Palazzo Reale di Napoli
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 Certamen Coronario - giugno 1459

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Sailor

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Certamen Coronario - giugno 1459 Empty
MessaggioTitolo: Certamen Coronario - giugno 1459 Certamen Coronario - giugno 1459 Empty01/07/11, 09:04 pm

Suare ha scritto:
[rp]Palazzo Reale di Napoli, 26 Maggio 1459

Certamen Coronario Regio “Le Due Sicilie”

Sua maestà la Regina accoglie i poeti provenienti da tutto il Regno delle
Due Sicilie nel Palazzo Reale di Napoli, per ascoltare i loro componimenti e
goderne insieme a tutto il suo popolo.
La grandezza di un Regno si misura anche attraverso la bellezza dei versi
che i suoi poeti sanno esprimere e con essi si eleva altissima la sua
imperitura gloria.
Il Regno ha fame di poeti e oggi questa fame potrà essere in parte saziata.
Una piccola scintilla che possa dare inizio ad una rinascita artistica e
culturale infondendo nell’animo di coloro che serbano nascosti i loro
talenti, la luce abbagliante dell’ispirazione poetica.
Il premio offerto dalla Corona e la possibilità per uno dei partecipanti di
essere nominato “Poeta di Corte”, sono i segni di una volontà forte che
incoraggi la nascita di una nuova stagione fiorita da artisti.
Possano essi illuminare e rendere fertile questo Regno affinchè sia patria
per il cuore di ogni suo abitante.

[/rp]

Suare ha scritto:
[rp]I giardini variopinti facevano da cornice all’eleganza e alla
magnificenza del Palazzo di Napoli.
I vialetti percorsi da un innaturale silenzio sembravano incantati
allorchè cominciarono a popolarsi di tutti coloro che si erano recati lì per
ascoltare versi sublimi e odi sul loro Regno.
Messer Suare attendeva con trepidazione che tutto fosse pronto per poter
iniziare. La primavera aveva regalato a tutti una giornata stupenda e di
ciò si mostrava deliziata anche la Regina che dalla sua finestra osservava
i preparativi.

Il poeta aveva a lungo aspettato quel momento. L’amore per l’arte lo
aveva colmato di coraggio e intraprendenza. I suoi occhi si posavano ora
sulle guardie Reali, ora sul pubblico che si sistemava ordinatamente, ora
sui partecipanti al premio. Nei loro sguardi si riconosceva, nelle loro
emozioni e nel loro animo si specchiava.

Il Palazzo gli sembrò ancor più che una bellissima opera di architettura,
un luogo dello spirito. Lo spirito di quel Regno che tanto amava, pareva
risiedere il quei giardini, in quelle stanze e in quelle torri. Lo poteva
vedere perfino negli occhi dell’amata Regina che tanto si era prodigata
perché tutto ciò che stava vivendo potesse realizzarsi.
Alcuni membri del consiglio iniziavano a prendere posto. Molte delle
autorità più importanti del Regno sfilavano in quella atmosfera ricca di
emozioni. Vide madam Galab che aveva tanto creduto in lui e le sorrise.
Tutto era pronto. I poeti in gara attendevano impazienti.
Era il momento di iniziare!

Suare avanzò lentamente. Sorrideva compiaciuto quando si rivolse al
pubblico e pronunciò queste parole:

“Cittadini Duosiciliani! Alcuni poeti del nostro Regno si esibiranno oggi di
fronte a voi per regalarvi una breve ma intensa giornata all’insegna della
sublime arte della poesia. Sarete voi per primi a giudicare i loro versi
attraverso un sondaggio popolare. Avete aspettato a lungo e non indugerò
oltre ma permettetemi di introdurli degnamente con un mio modesto
sonetto scritto per questa occasione. Grazie di aver partecipato a questo
evento in così grande numero e con così tanta passione”.

Detto questo fece un profondo inchino, si sedette imbracciando il liuto e
dopo un breve silenzio declamò i suoi versi.

[/rp]

Suare ha scritto:
Come due amanti dal cuore che arde
siete, oh Sicilie, ma un’anima sola
che fa vibrare del liuto le corde
quando armonioso egli brama o consola

E giammai la melodia si disperde
ma da quel suono si muta in parola
che sussurrando anche alle orecchie sorde
come un soldato talvolta s’immola

Muore e rinasce da nobili gesta
di cavalieri e di navigatori
dalle virtù di una Regina onesta

che di sublimi poesie s’innamori
e da poeti che riuniti in festa
cantino di questo Regno i tesori

Suare ha scritto:
[rp]Si alzò ringraziando il pubblico e disse a gran voce:

“Che abbia inizio il primo Certamen Coronario Regio! Si facciano avanti i poeti regolarmente iscritti al Premio!
Chi sarà il primo a recitare i suoi versi?”


[/rp]

Farewell ha scritto:
[rp]Farewell rileggeva il suo componimento, quel triste unirsi di simboli e parole in un vortice infinito che tutto trascinava e nulla avrebbe lasciato come prima.
Eran stati giorni difficili ed i suoi versi erano ancora intrisi dalle lacrime ch’ eran cadute sulla pergamena lasciata aperta…
La luce, quella luce che tutto illuminava e tutto rendeva magnifico e angelico, aveva rallentato il suo viaggio non posandosi più sul suo cuor, lasciando il sol gelo entro di esso..
I versi ch’erano usciti da quel mischiarsi di lacrime e parole eran versi talmente tristi da veder nella Terra da lei amata, il Regno delle Due Sicilie, la consolazione estrema ad un cuore nascosto ormai nell’angolo più buio d’un sorriso sforzato, coperto da un velo…

“E’ mio desiderio, prima di iniziar a recitar i miei versi, che tutti Voi sentiate il profumo del Maggio che se ne va, in un rifiorire di emozioni e sensazioni che questa Terra sprigiona e che noi tutti ne siamo protagonisti principali.
In questi versi metto a nudo la sofferenza d’un cuor che piange lacrime che questa Terra poi conserva e trasforma in vita.
In questi versi metto a nudo me.”



Dopo aver detto ciò recitò i suoi versi..



Da L’Aquila a Capua

Silenzio.
Il bosco d’Avezzano che felice suonava
il rumore delle foglie,
suona adesso i violini del conforto.
E’ la melodia più triste
che da L’Aquila a Capua
ogni viaggiante udirà
lungo sentieri, selve e fiumi,
lungo il dolore d’un cuor
spiazzato e rinchiuso
in un disumano dispiacere.

Io, seduta sulla mia Terra,
l’ascolto suonare
in un sovrumano rituale
di cui siamo adesso
le uniche interpreti.
Lacrime che rigano il mio viso
piovon giù e scompaion poi
tra fiori appena sbocciati.
E’ la Terra che le asciuga,
bagnata d’un inesauribile dolore
che scorre e non cessa
questa sera.

Io, seduta sulla mia Terra,
l’ascolto adesso parlare.
E’ l’emozione d’un Regno,
impregnato di gioie e dolori,
a far fiorir mille e più prati
come arcobaleni di fiori,
nati da confidenze e timori.
E’ la dolcezza d’una Madre
che ci diede alla luce
ad asciugar oggi lacrime
che scendon e non si fermano
questa sera.

Oh Voi che viaggiate,
oh voi che restate,
sedetevi sulla fresca terra
ch’amate,
respiratene gli odori,
percepitene i dolori.

Da L’Aquila a Capua:
è questa la Terra
che da una lacrima oggi
ha fatto rifiorir un fiore.




Quand’ebbe terminato una lacrima le rigò il viso..
[/rp]

Ernestus_sicanio ha scritto:
Ernestus era visibilmente emozionato. Era la prima volta che partecipava ad un evento del genere, seppur tempo fa aveva cantato versi per il suo principato e per la sua gente. Tutta quella gente, la Regina, i nobili e quella sala che sembrava non fnire mai però gli procurò un po di paura : " che cosa ci faccio qui? sarò all'altezza della situazione? ci sono sicuramente poeti più bravi di me...."
si chiedeva tra se e se
. Ma poi si riprese e fu orgoglioso ed impaziente di partecipare a tale evento.

Ed alla fine cominciò:


Regina amatissima, Nobili del regno, Gentilissimo pubblico, amici carissimi. Ho scritto questo sonetto nel quale voglio rappresentare l'amor che ho per queste nobili terre e la bellezza di questi luoghi e della gente che vi ci abita. Sono umili versi, strutturati in un sonetto.
Adesso, col vostro permesso, vado a recitare i miei versi:

[rp]
Sonetto per il Regno

Dalle terre d' Abruzzi alle Terre di Lavoro
delle Due Sicilie v'è un grande Regno
che d'ogni orizzonte ha la vista sublime
ed ogni suo suddito può esser degno.

Per le vie d'ogni borgo, paese o cime,
omini e donne dandosi gran sostegno,
d'ogni arte loro estro a lo mondo esprime,
ed è vanto ch' io in queste Terre vi dimoro.

Li Forestieri che quì vengono già lo sanno
e restan con maraviglia nell'ammirare
tutta la bellezza che quì loro appare.

Amor patrio, libertà e lealtà lor sentiranno;
e dal conte al milite, dal ricco al villano,
un solo grido: viva Il Regno DuoSiciliano.



sonetto
metro: ABCB CBCA DEE DFF


Grazie
[/rp]


Sailor ha scritto:
La poesia dei tanti compositori si librava nell'aere e Sybille Laurraine era inebriata da quelle dolci parole che risuonavano per lei come note.

La dama era molto emozionata, amava la poesia, tutto ciò che la circondava era per lei poesia: la natura, lo scintillio delle spade dei giovani cavalieri che difendevano l'amore cortese... adorava ogni pomeriggio adagiarsi nel bosco adiacente al lago per leggere qualche verso dei più noti e dei meno noti... dal Guinizzelli, poeta del recente Trecento, a messer Suare... amava leggere i loro versi e spaziare con la mente.

Pensava a tutto questo nel momento in cui venne chiamata per dedicare la sua ode al Regno.

"Vostra Maestà, madame, cavalieri tutti, ho voluto scrivere qualcosa per il Regno che possa giungere a chiunque, indipendentemente dall'estrazione sociale, dalla cultura, dalla capacità di leggere. Per questo ho usato un linguaggio contemporaneo, semplice ai molti e diretto per tutti...

Poi si schiarì la voce, socchiuse gli occhi, e...

[rp]Al Regno delle Due Sicilie

Passeggiando lungo i litoranei,
respiro col vento
l'anima del tuo mare:
va e viene con l'onda
la sua voce fragrante
di note eterne e sempre nuove.

Lungo i colonnati
di antichi monumenti
dormono austèri ,
immemori dei secoli ,
sotto la grande ombra
delle tue querce,
armati cavalieri
e altere nobildonne:
offrirono essi al tempo
il rosso acceso delle passioni umane,
ora in altri spiriti
rinate e palpitanti.

Laghi, foreste e frutteti
si mescolano nel tuo grembo
Ed io mi perdo
nell' ombra del fascinoso silenzio
della tua antica storia.

Non bastano fiumi di parole per descrivere
le bellezze del Regno mio,
non bastano drappelli di cantastorie e poeti
per decantarne le ardite gèsta.

Oh mio cara Terra,
come tu
mi hai portata
pazientemente in grembo
ora io
vorrei abbracciarti tutta,
stringerti fra le mie mani,
portando con me
un granello di te,
per assaporarti
in ogni mio respiro,
lungo questo mio
faticoso peregrinare.

[/rp]

Poi con un cortese inchino tornò al suo posto, di fianco all'amica Farewell.

Thomas.leon ha scritto:
[rp]A Palazzo i vari poeti esponevano alternandosi i propri componimenti dinnanzi la graziosa Regina e il suo popolo e, Thomas, emozionato, ascoltava con attenzione ogni singola parola pronunciata da quei così bravi artisti che, con coraggio, rendevano partecipi dei propri sentimenti gli spettatori, giunti a Palazzo per assistere al Certamen Coronario...
Thomas non si sentiva affatto alla loro altezza, era consapevole di non essere un poi così bravo poeta, eppure, non appena seppe dell'evento organizzato a Napoli, non ci pensò due volte e si iscrisse ad esso.

Ernestus Sicanio, un suo caro amico che lo aveva tra l'altro visto nascere, aveva da poco terminato di esporre il proprio componimento e, Thomas, dopo essersi complimentato con l'uomo, si fece avanti...

...Il cuore gli batteva forte e, il ragazzo, cercava di nascondere in diversi modi l'emozione dal suo volto, s'inchinò dinnanzi ai presenti e, dopo essersi ricomposto, si schiarì la voce ed iniziò a parlare...

I versi da me scritti vogliono narrare dei tristi eventi che hanno visto protagonista le nostre terre, delle persone che per chissà quale malattia hanno perso la vita e se ne sono andate in un batter d'occhio, delle lacrime versate da madri, figli, amici, parenti, amanti...
Ho perso una cara amica, una persona a cui volevo bene, che mi ha visto venire al mondo e che mi ha cresciuto per i primi anni della mia vita, la mia tutrice, dedico quanto da me scritto a lei...

Un uccelin con il suo canto
dissuade il regno dal suo pianto.
Persone che, con uno stampo,
han lasciato un segno perenne nel tempo,
ci han lasciate in un sol lampo!
Per le strade ogni tanto un lamento,
forse una madre col cuore infranto
per la perdita del figlio che per lei era un vanto …

Amici, parenti, mogli e mariti
chissà da quale malattia son stati colpiti
in così poco tempo ci han lasciati
e i nostri cuori subito si son spezzati …

Noi di certo non vi scorderemo
E nei cuori nostri, per sempre, vi terremo …


Thomas, dopo aver finito di parlare, sospirò e, con un volto segnato dalla tristezza ma al contempo forte, s'inchinò e, lentamente, tornò al proprio posto...
[/rp]

Darko1984 ha scritto:
[rp]
Manovre a palazzo

Questo Regno, terra benedetta
grandi genti ha visto sempre sul suo suolo
e si spera che al tron ognor si metta
uno che si adatti bene a questo ruolo

Qual strumento, qual democrazia
c'è di meglio di queste elezioni?
Ai governi di provincia fa che ci sia
un reggente senza esitazioni.

Ma non sempre sa reagire da sconfitto
chi non esce vincitor dalla tenzone
e s'aggira per il regno derelitto
con appresso i suoi soldati in formazione.

Ed allora con un colpo da maestro
s'approfitta del gran rogo tidiellino
Sì, ci vuole inver un grande estro
e un aiuto dal supremo transalpino

Fatto sta che lo sconfitto comandante
ribaltò la sorte contro ogni auspicio
diventando quindi principe regnante
non eletto, ma lo fu d'ufficio

Rallegriamoci con lui per la vittoria
torni a splendere a Capua il mattino
ed il nome suo che abbia eterna gloria
viva, viva il governatore a tavolino!!!




Fuori concorso - A Yvanka

L'Amor mai ci separa

Da Lutetia che Parigi or è nomata
fino a Zena giunsi con affetto
Per scrutar negli occhi la mia amata
che mai pria d'allora ebbi dirimpetto

E poi ancora a Roma e laggiù a Catàne
vidi ella, e godei d'amor e baci
pur se ciò produsse a noi non poche grane
di gioir entrambi fummo noi capaci

Quindi a Zena infine vidi il suo sorriso
tramutarsi presto in triste pianto
quando "Addio" le dissi con il cuor reciso

Ma la speme di vederla m'è richiamo
un dì vedrò ripetersi l'incanto
per poterle dire ancora "io ti amo".[/rp]

Nihall ha scritto:
[rp]Morgana Ginevra Draco Purus detta Nihall si guardava in giro nella sua città, Teramo.
Quel giorno passò davanti al municipio e venne attirata da un grosso cartellone. Si avvicinò e incominciò a leggere. Concorso poetico e già questo risvegliò ancora di più il suo interesse. Pensò: "Quasi quasi partecipo, infondo ..l'importante non è vincere ma partecipare " Andò a casa si fece regalare dal padre un calamaio e tanti fogli e dopo due settimane di bozze, e dopo aver riempito la sua camera e quasi tutta Teramo, di foglietti con frasi e pensieri la sua poesia era pronta.

Regno delle Due Sicilie


Miscela ininterrotta di colori e
sapori ove l’ armonia
dei contrasti è palcoscenico
di un' umanità variegata che
lavora e ozia,che fatica
e si gode la vita.
Il Regno delle due Sicilie è grande,
se andare nei vari mercati ti annoia basta
girare l'angolo per tuffarsi tra i vicoli
dal sapore arabo, terre di abili
artigiani che ti accolgono e maestri
rosticcieri che ti rimpinzano
con la gastronomia tipica
e pasticceria opulenta.
Tuffati nella notte Siciliana,
dove posti strappati e difesi
dai briganti, rinascono animati
da concorsi, mostre,
esibizioni di artisti di strada.
Goditi il frutteto,lago e foresta, fai del Regno delle due Sicilie
il paese dell'accoglienza per tutti.
Vedo verso l'orizzonte un bellissimo tramonto.
E' sempre uguale come quello di ieri,forse
qualche piccola sfumatura di colore diverso,
Che cambia di poco in base alla città.
Quel particolare,la penna cerca di creare
per ricordarlo e rendergli onore.
Impazzire per una parola che possa ricordare
il sapore di un regno così speciale,impresso rimane
per importanza e pienezza.
Liberandosi per dire,senza parlare,riesci a
sentire i brividi di piacere nel ricordare.
Col l’Abruzzo e Terra del lavoro
Il regno delle due sicilie è l’unico che amo e adoro.


Mise il suo poema un una busta e pagò un messaggero Consegnala a Messer Suare per il concorso poetico. E tornò a casa in attesa di notizie.
[/rp]

Nihall ha scritto:
[rp]ODE A TE

Nel silenzio della notte,rilassandomi,
scivolo nella tua immagine con i pensieri.
Mi fai tenerezza,mi sorridi con dolcezza,
in quel momento vorrei poterti parlare;
ho voglia di vederti,di sentirti vicino,
vorrei tanto farmi coccolare.
Una strana sensazione sento
imperversare nel mio cuore,
è il desiderio di stare con te per sempre.
Mi dici sempre che sono la tua "BIMBA"
ma anch'io,come te, cresco e vivo
tutti i giorni di questa vita sperando...
di non perderti...MAI mio adorato padre
Glaudius83 Draco Purus.
[/rp]

Ilsebill ha scritto:
Ilsebill appena vede lo strapalazzo fa tanto d'occhi. Lei si è sempre esibita solo in piazze e bettole, con quei suoi vestiti dai colori allucinati e le mosche che le ronzano intorno per il pesce poco fresco che si porta quasi sempre dietro.

Per Al Lopas! E che me dovrò lavare? pensa spaventata.

Poi il suo cervellino si mette in moto, pian piano, e arzigogola una soluzione: per entrare si infila rami e rami di fiori in un buffo copricapo, parendo un cervo dalle corna fiorite. Si orna di sambuchi e tigli, ma non essendo infastidita dal proprio odore, non si rende conto che non è sufficiente a coprire il suo proprio odore di pesce, e lieta del suo arguto stratagemma si introduce a palazzo, coi rami che si impigliano a destra e manca. Sfacciata e priva di riguardi come al solito, da buon giullare, scimmiotta le eleganti mosse dei nobili, avanzando con aria tronfia davanti al trono ed inchinandosi pomposamente, con gran spargersi di ciocche di fiori e pulci tutt'intorno.

Salve O Regina, a voi me presento
tutta in profumo per farvi lo core
di grande giubilo lieto e contento
sia colle rime che per bon odore.
Delli me'versi, o me Donna, il scenario
sarà sta terra che poco m'è nota
e conoscete voi ben, al contrario;
ma l'ho studiata! Non son mica idiota!
De' le Sicilie ve parlerò dunque.
Che v'è da dire? Son due principati,
fatti da monti e da terra dovunque
e circondati da mari bagnati.
Ci son l'Abruzzi che per capitale
c'hanno un rapace che però non plana;
cosa curiosa, per nulla banale...
Ma non è morta, perché ha la dogana!
N'altra città poi da voi ha nome indegno,
non è sul mare e non sono le cozze
che vi si taglian, ma solo lo legno.
Se qui si vuole convolar a nozze,
nulla de meglio de questo paese:
pare che qui vi ci viva lo Papa
anche se alcuni dichiaran palese
che sia soltanto na testa de rapa.
C'è poi la Terra nomata al Lavoro
-nome jellato, chiamatela d'Ozio,
è più d'augurio e fa ben più decoro-
ove, sarà per eclissi o equinozio,
una sciagura colpì lo consiglio:
lacrime e sangue si sparser veloci
come la riproduzion d'un coniglio,
ah quanti morti! Ed ancora le voci
s'odon in piazza di chi si perplime
perché d'ancor non v'è fatto un governo,
per gli animali ahimé senza mangime,
per le miniere, se chiudo o se alterno.
Ma ormai v'è un principe già proclamato,
pur se abruzzese e non laburino;
e non è il solo ad averse spostato
quivi da Silvi or è giunto il becchino
-forse sarà per seppellir li morti?
O per non farli sentir tanto soli,
ne le lor povere e funeree sorti,
ne farà altri ammazzandone a stuoli?
Ste due Sicilie son quali sorelle!
Come s'aiutan, che forti gli affetti!
Se quest'è vero, ne accadon di belle:
che fra fratelli ci si fa i dispetti...


Si, parlai troppo, ed ora me n'esco,
ma c'ho na sete davero tremenda:
mica ci preparereste un rinfresco,
con de la birra e na bona merenda?

Suare ha scritto:
[rp]

Dopo che Ilsebill ebbe finito uscendo tra le risate e il plauso della gente
riunita a Palazzo, messer Suare avanzò nuovamente verso il pubblico
facendo dei cenni con i palmi delle mani aperti per avere un pò di silenzio.

"Spero che i poeti, che oggi avete ascoltato, vi abbiano divertito,
ed emozionato".

Ci fu subito un fragoroso applauso della folla, ognuno gridava inneggiando
al proprio poeta preferito.
Messer Suare chiese nuovamente il silenzio gesticolando come poteva.

"Adesso tocca a te, popolo Duosiciliano, scegliere i finalisti che si esibiranno
nuovamente di fronte alla giuria presieduta da Sua Maestà la Regina!
Pensate ai versi che più vi sono rimasti nel cuore e nella mente e regalatevi
tre degni finalisti!"


Detto questo si ritirò in disparte attendendo il responso del pubblico.

[/rp]

Suare ha scritto:
[rp]Messer Suare vedeva tutta quella moltitudine che confabulava e quel
sommesso vociare lo divertiva. Il premio voleva essere, più che una
gara, uno spettacolo per tutto il popolo. Un modo per riscoprire l'amore
per la poesia. Presto avrebbe invitato il pubblico ad acclamare i versi dei
poeti in gara e il Certamen Coronario avrebbe avuto i suoi finalisti!

[/rp]

Suare ha scritto:
[rp]Gli stessi giurati, che avrebbero di lì a poco espresso la loro preferenza
decretando la poesia vincitrice, sembravano impazienti.
Suare non si era ancora accomodato vicino a loro ed ammirava da una
certa distanza la grazia e l'eleganza delle tre nobili dame.
Accanto a Sua Maestà la Regina, splendida nelle sue vesti preziose e dallo
sguardo incantevole, sedevano il consigliere Amarilli, giovane donna di
fine intelletto, e la principessa Sibilla, dama dallo spirito indomito.
Già il pubblico sembrava pronto ad esprimersi e il poeta si avvicinò alla
folla.

[/rp]

Suare ha scritto:
[rp]"Dunque nobile popolo delle Due Sicilie!" disse Suare "Vedo che siete pronti
a dichiarare i vostri poeti prediletti. Iniziamo con il voto per acclamazione.
Io pronuncerò ad alta voce il nome di ogni poeta e il suono delle vostre voci
sarà la misura della sua grandezza!"

Uno per uno chiamò i nomi di ogni poeta che aveva partecipato al premio.
Ad ogni nome il pubblicò cercava di far più baccano possibile per sostenere
il proprio preferito. Ma fu chiaro che la scelta era ricaduta su tre dame:
Morgana Ginevra detta Nihall, Sybille Laurraine De Ciccis Sforza
conosciuta come Sailor e infine, in un fragore assordante, Farewell
Beatrice Windsor.

Suare chiese alle finaliste di avvicinarsi. "Gentile pubblico! Abbiamo le
nostre tre finaliste. Si esibiranno nuovamente per voi e per la giuria che
decreterà il vincitore del Certamen Coronario Regio. Prego nobili dame
chi di voi intende iniziare?"

Il poeta si fece da parte lasciando la scena alla prima finalista.

[/rp]

Farewell ha scritto:
[rp]Farewell ascoltava con occhi lucidi d'emozione le parole di Messer Suare.
Le sensazioni provate in quell'attimo di magia eran a lei incomprensibili.
In quel dolce mischiarsi di gioia e stupore sentiva la più forte ed intraducibile tra le passioni che le eran state concesse su questa Terra...
Timidamente si avvicinò per recitar il suo componimento e per ringraziare quel pubblico ch'avea compreso le sue parole,
disperse in quel vortice immenso, in quella meravigliosa magia che noi tutti usiam chiamare Poesia.


"Gentile Pubblico, Gentile Giuria,
prima di recitar la mia poesia ci tengo a ringraziar coloro ch'hanno reso possibile oggi questa gioia sì forte.
Siete Voi gli artefici di questo incantesimo che sento nascermi dentro, siete Voi la mia magia.
In quest'intraducibile emozione che sento scorrermi dentro c'è una cosa che ci rende adesso legati: i nostri cuori che si son avvicinati.
Attraverso i miei versi avete compreso il linguaggio del mio cuore.. ed attraverso la Vostra dolce comprensione è nato come un filo invisibile
che ora e per sempre legherà le Vostre vite alla mia."



Sorrise.. e sorridendo iniziò a recitar i suoi versi..


"Da L’Aquila a Capua

Silenzio.
Il bosco d’Avezzano che felice suonava
il rumore delle foglie,
suona adesso i violini del conforto.
E’ la melodia più triste
che da L’Aquila a Capua
ogni viaggiante udirà
lungo sentieri, selve e fiumi,
lungo il dolore d’un cuor
spiazzato e rinchiuso
in un disumano dispiacere.

Io, seduta sulla mia Terra,
l’ascolto suonare
in un sovrumano rituale
di cui siamo adesso
le uniche interpreti.
Lacrime che rigano il mio viso
piovon giù e scompaion poi
tra fiori appena sbocciati.
E’ la Terra che le asciuga,
bagnata d’un inesauribile dolore
che scorre e non cessa
questa sera.

Io, seduta sulla mia Terra,
l’ascolto adesso parlare.
E’ l’emozione d’un Regno,
impregnato di gioie e dolori,
a far fiorir mille e più prati
come arcobaleni di fiori,
nati da confidenze e timori.
E’ la dolcezza d’una Madre
che ci diede alla luce
ad asciugar oggi lacrime
che scendon e non si fermano
questa sera.

Oh Voi che viaggiate,
oh voi che restate,
sedetevi sulla fresca terra
ch’amate,
respiratene gli odori,
percepitene i dolori.

Da L’Aquila a Capua:
è questa la Terra
che da una lacrima oggi
ha fatto rifiorir un fiore."



Quand'ebbe finito sorrise e fece spazio agli altri finalisti.[/rp]

Nihall ha scritto:
[rp]La piccola Nihall con grande stupore si ritrovò fra i finalisti e raccolse tutte le sue forze per combattere la sua timidezza e si rivolse di nuovo ai giudici. Con la voce tremolante iniziò:

Regno delle Due Sicilie


Miscela ininterrotta di colori e
sapori ove l’ armonia
dei contrasti è palcoscenico
di un' umanità variegata che
lavora e ozia,che fatica
e si gode la vita.
Il Regno delle due Sicilie è grande,
se andare nei vari mercati ti annoia basta
girare l'angolo per tuffarsi tra i vicoli
dal sapore arabo, terre di abili
artigiani che ti accolgono e maestri
rosticcieri che ti rimpinzano
con la gastronomia tipica
e pasticceria opulenta.
Tuffati nella notte Siciliana,
dove posti strappati e difesi
dai briganti, rinascono animati
da concorsi, mostre,
esibizioni di artisti di strada.
Goditi il frutteto,lago e foresta, fai del Regno delle due Sicilie
il paese dell'accoglienza per tutti.
Vedo verso l'orizzonte un bellissimo tramonto.
E' sempre uguale come quello di ieri,forse
qualche piccola sfumatura di colore diverso,
Che cambia di poco in base alla città.
Quel particolare,la penna cerca di creare
per ricordarlo e rendergli onore.
Impazzire per una parola che possa ricordare
il sapore di un regno così speciale,impresso rimane
per importanza e pienezza.
Liberandosi per dire,senza parlare,riesci a
sentire i brividi di piacere nel ricordare.
Col l’Abruzzo e Terra del lavoro
Il regno delle due sicilie è l’unico che amo e adoro.


Intanto che leggeva sentiva dentro il cuore tutto l'amore della sua terra, della sua patria. E una voglia di voler fare il meglio per essa le invase il cuore.

Con un filo di voce si rivolse ai giudici:

Gentilissimi giudici, io sono piccola rispetto ai due finalisti che mi accompagnano, già essere arrivata fin qui, per me è stato un onore, facendo parte di queste terre da poco tempo. Vorrei dirvi di darmi fiducia, ma non per la poesia in se, per tutto quello che potrò fare di bello per queste terre. Crescendo insieme al regno delle due Sicilie, il regno dove io sono nata, dove vivo e l'unico posto dove voglio vivere.
Grazie di tutto [b]

Fece un inchino e ritornò al suo posto in attesa del verdetto.
[/rp]

Sailor ha scritto:
Sybille Laurraine ascoltava trepidante Messer Suare che proclamava i finalisti. Tutt'intorno un'atmosfera gioiosa e poetica avvolgeva i convenuti. Lei al braccio del suo amato marito, Alfonso Ranieri, si riteneva giá molto onorata di aver potuto prendere parte ad una manifestazione cotanto importante quanto culturalmente unica. Così non le parve possibile quando Messer Suare pronunzió il suo nome! Era finalista e ora doveva nuovamente declamare i suoi versi, senza timidezza e senza esitazione, così attese il suo turno e poi dopo aver dato un bacio a suo marito si accinse a parlare.

illustrissimi Signori, devo ringraziarvi di cuore per avermi sostenuta e per aver fatto sì che il mio piccolo sogno diventasse realtà. Devo a tutti voi questa bellissima esperienza e comunque andrà io sento di aver vinto.

Fece dunque un grazioso inchino e rivolto lo sguardo allo sconfinato orizzonte disse: A te mia amata terra, a te grazie alla quale oggi sono quel che sono...

[rp]

Al Regno delle Due Sicilie

Passeggiando lungo i litoranei,
respiro col vento
l'anima del tuo mare:
va e viene con l'onda
la sua voce fragrante
di note eterne e sempre nuove.

Lungo i colonnati
di antichi monumenti
dormono austèri ,
immemori dei secoli ,
sotto la grande ombra
delle tue querce,
armati cavalieri
e altere nobildonne:
offrirono essi al tempo
il rosso acceso delle passioni umane,
ora in altri spiriti
rinate e palpitanti.

Laghi, foreste e frutteti
si mescolano nel tuo grembo
Ed io mi perdo
nell' ombra del fascinoso silenzio
della tua antica storia.

Non bastano fiumi di parole per descrivere
le bellezze del Regno mio,
non bastano drappelli di cantastorie e poeti
per decantarne le ardite gèsta.

Oh mio cara Terra,
come tu
mi hai portata
pazientemente in grembo
ora io
vorrei abbracciarti tutta,
stringerti fra le mie mani,
portando con me
un granello di te,
per assaporarti
in ogni mio respiro,
lungo questo mio
faticoso peregrinare.
[/rp]

Si voltó verso Messer Suare, lo ringrazió con il capo e poi corse ad abbracciare Alphacentauri.

Suare ha scritto:
[rp]Suare ricambiò l'inchino della poetessa tanto gentile e si volse verso il
pubblico che appariva deliziato per aver nuovamente ascoltato i versi
preziosi dei finalisti. Sorrise e poi parlò:

"Sacro popolo Duosiciliano, ti sei mostrato sensibile all'arte partecipando
con tanta passione e acclamando a gran voce i tuoi poeti prediletti e per
questo io ti ringrazio perchè tutto ciò mi ha colmato di orgoglio. Sono fiero
di essere parte di te, di essere figlio di questa terra!"

Fece un profondo respiro e riprese:

"Avrò il difficile compito di dare io stesso una preferenza per uno di questi
bellissimi componimenti e cercherò di farlo dal punto di vista che da me
ci si aspetta, e cioè quello più tecnico. Dovrò decidere con la ragione e non
con il cuore. Valutare l'uso della lingua, della musicalità e della forma."

Si volse verso i partecipanti e li guardò compiaciuto. Posando il suo
sguardo su ognuno di loro continuò:

"Il Certamen Coronario ci ha offerto molte visioni diverse del nostro Regno,
attraverso generi poetici anche distanti tra loro e con l'utilizzo delle forme
più disparate. Abbiamo apprezzato la poesia civile e quella burlesca, quella
introspettiva e quella commemorativa, attraverso versi sciolti o rimati,
cadenze veloci o più lente, parole, suoni, ritmi legati ad un messaggio
individuale ma allo stesso tempo corale. Questa grande ricchezza di stili è
preziosa per la nostra cultura e, affinandola, diventerà di certo un motivo
di vanto per il Regno delle Due Sicilie. Ecco perchè ringrazio dal profondo
del mio cuore tutti i poeti che ho qui di fronte e che per me sono più che
colleghi, fratelli!"

Sembrò intristirsi e si fermo un momento, poi disse amaramente:

"Adesso ho il dovere di giudicare il lavoro di queste mie sorelle, e lo farò
cercando di essere giusto, cosa non facile, soprattutto se di fronte vedo delle
anime affini alla mia. Ma il Certamen Coronario esige un vincitore e i
giurati dovranno consegnarglielo."

Detto questo, si raccolse un momento chiudendo gli occhi e cercando di
confinare al di fuori della sua mente tutto ciò che lo circondava.

[/rp]

Suare ha scritto:
[rp]Dopo un tempo che gli sembrò interminabile, Suare aprì gli occhi e disse:

"Tutte le poesie che il popolo ha scelto come migliori, non hanno seguito
metri o ritmi definiti, l'uso della rima è quasi totalmente assente ma ciò
non è un male di per sè. Regina dei versi è la parola, è proprio il suo potere
ad ammaliarci e conquistare i nostri cuori quando evoca immagini,
sensazioni e corrispondenze nel nostro vissuto e nei nostri sogni.
L'accento, le quantità metriche, le rime e gli artifici retorici sono sempre
al suo servizio e ne determinano la musicalità, la cadenza, le sfumature
tra alti e bassi, tra chiari e scuri, ma non la forza dirompente che in essa
risiede.
La poesia che ritengo migliore, tra le tre arrivate in finale, è quella
che, attraverso l'accostamento e la scelta delle parole, ha saputo fondere
l'animo umano alla terra e far diventare la terra umana. La poesia che
mi sento di preferire ha saputo alternare pause a rapide successioni di
immagini, creando dei propri convincenti ritmi. Dei suoi versi mi ha
colpito un uso della lingua italiana fortemente evocativo dal quale emerge
profonda sensibilità e femminilità, colori, suoni e silenzi.
L'elemento più potente è, a mio parere, la ricorrenza della fusione del
Regno, rappresentato come Natura, al suo popolo, descritto come
spirito umano, dietro al quale si nascondono molti altri significati legati
fortemente all'individuo che si specchia nella sua terra.
Per tutti questi motivi ho deciso di dare la mia preferenza a questa amabile
dama e poetessa."

Suare si voltò verso una delle finaliste e ne pronunciò il nome:

"Madam Farewell Beatrice Windsor!"

[/rp]

Suare ha scritto:
[rp]Una parte del pubblico esultò alle parole del poeta. Altri rimasero delusi.
Ma Suare non aveva la forza di indugiare oltre sulla scena e con le ultime
energie che gli rimanevano disse:

"Invito Madam Amarilli, Consigliere delle Terre di Lavoro ed esponente
colta del Regno, ad esprimere la propria preferenza!"

Detto questo si fece da parte inchinandosi alla dama illustre.

[/rp]

Amarilli ha scritto:
[rp]Partecipare a quell' evento cosi degno di nota era per Amarilli un grande onore. Era rimasta piacevolmente colpita dalle poesie presentate dai vari partecipanti a quel concorso senza precenti nella storia del Regno. Ascoltó tutto con attenzione, nei giorni precedenti aveva avuto modo di leggere i componimenti e adesso si richiedeva la sua opinione.

Arrossì come al suo solito per l' attenzione spostata verso di lei, fece un bel respiro e si alzó.
Con apparente calma proferì parola.

Ringrazio innanzi tutto Messer Suare per aver voluto qui, oggi la mia presenza.
Ho letto con attenzione le poesie e voglio congratularmi con tutti i poeti che hanno partecipato dando il loro contributo alla diffusione della cultura nel Regno.
Dilettare il popolo con eventi di questo calibro e soprattutto in questo momento cosi particolare per la nostra storia è sicuramente un'atteggiamento aperto verso la condivisione culturale che ci unisce sempre di piu.
Con piacere esprimo quindi la mia preferenza per il componimento di Dama Farewell sopra tutti, nonostante agli altri finalisti rivolgo i miei complimenti.

Viva la Poesia.
Viva la Cultura e l'umanità che il essa si esprime.
Viva il Regno delle Due Sicilie.
[/rp]

Suare ha scritto:
[rp]Dopo che Madam Amarilli si sedette, Suare invitò la principessa
Sibilla, con garbo e profondo rispetto, ad esprimere la propria preferenza.

[/rp]

Sibilla ha scritto:
La Principessa era onorate di fare parte della giuria di un iniziativa cosi bella e a suo modo importante, infatti la poesia per Sibilla è un arte raffinata che nobilita il cuore degli uomini.

Dopo avere valutato attentamente ogni esposizione dei singoli candidati ed essendo stata invitata dal gentilissimo Messer Suare a palesare il proprio giudizio in merito,la Principessa si alzò e disse..


"Voglio congratularmi con tutti i partecipanti,sia per aver aderito al concorso e sia per aver composto delle poesie cosi gradevoli e fantasiose in alcuni casi.
La poesia,per quanto mi riguarda deve essere vista come un arte,che il poeta cerca di far arrivare dentro al lettore e colpirlo con le sue parole,per questo motivo,posso senza dubbio affermare che la poeseia che piu di ogni altra mi ha provocato questa sensazione piacevole è quella di Dama Farewell,la quale ha saputo emozionarmi con le parole da lei usate.

Voglio però congratularmi ancora una volta con tutti i partecipanti,spero di vedere in futuro altre iniziative come questa"


...finito di esporre il proprio parere Sibilla si accomodo per godersi il seguito dell'evento..

Suare ha scritto:
[rp]Dunque erano già tre i voti per la poesia di madam Farewell e non
sarebbe servito interpellare la Regina in merito. Eppure non voleva
arrogarsi il diritto di dichiarare il vincitore del premio. Voleva lasciare
che fosse la sua diletta e infinitamente grande Sovrana a conferire
quell'onore ad una poetessa tanto meritevole.
Così si volse verso la Regina e, non osando parlare, chiedeva con lo
sguardo un suo intevento.

[/rp]

Madonnaluna ha scritto:
La Regina ben comprese lo sguardo di Messer Suare,ed era già stato tutto predisposto.
Per consentire che venisse preparato il documento che S.M. Beatrice aveva ordinato agli Araldi di Palazzo si fecero avanti musici e danzatori che intrattennero il pubblico presente.

La Regina era ben lieta del risultato della competizione... quel titolo "Da L'Aquila a Capua" che Madonna Farewell aveva proclamato era stato il tema mesi prima su cui aveva deciso la sua candidatura al solio del Regno delle Due Sicilie.

I giardini di Palazzo avevano risuonato dei carmi inneggianti al Regno e a quelle terre tanto amate...
Tutti i partecipanti avevano dato prova della loro arte e del loro nobile animo che trovava completezza nella poesia.

Aveva ammirato l'amor patrio unito alla prontezza metrica di Messer Ernestus_Sicanius, era rimasta presa dalla dolcezza che si intravedeva nelle immagini leggiadre evocate da Madonna Sailor, aveva partecipato alla commozione dolorosa di Messer Paccolino nel ricordare amici scomparsi per mano del fato, aveva sorriso all'ironica tenzone di Messer Darko che certo menzionava costumi a lui noti, aveva molto apprezzato il pensiero di Madonna Nihall che vedeva nel Regno una terra accogliente e ospitale ed infine si era divertita a udire lo stile molto personale di Madonna Ilsebill e le sue danze ...
Ora era giunto il momento di eleggere la poetessa del Regno, colei che avrebbe inaugurato la sala a Palazzo dedicata all'Arte Poetica.

Ad un cenno della Regina l'Araldo della cerimonia fece un passo avanti e disse:


Alzatevi Madonna Beatrice Windsor.


Srotolò poi la pergamena che teneva tra le mani e rivolgendosi agli astanti disse con voce tonante:


A voi tutti, popolo del Regno delle Due Sicile.

Noi, S.M.Beatrice Luna de Challant
in questo giorno di guadio
proclamiamo
Madonna Beatrice Windsor
meglio nota come Farewell
Poetessa del Regno delle Due Sicilie.
A lei l'onore di presiedere il consesso dei Poeti
che sarà ospitato nelle sale del Palazzo di Napoli.

Possa la poesia colmare gli animi,
accrescere l'unione e fortificare gli spiriti.


Certamen Coronario - giugno 1459 2d1lcgj

Messer Suare avanzò tenendo tra le mani una corona di lauro e la pose sul capo di Madonna Beatrice Farewell accompagnandola poi al cospetto di S.M. Beatrice Luna che le disse alcune parole di ammirazione che sarebbero per sempre restate nei loro cuori.
Poi volle ringraziare anche Messer Suare, perfetto organizzatore e magister di quella bella competizione, annunciandogli la sua presidenza delle Sale delle Arti.

Mentre i due giovani si allontavano tornò a quel primo pensiero: Da L'Aquila a Capua, che sia davvero un augurio per noi tutti, un auspicio di unione vera e sincera.

Suare ha scritto:
[rp]Era in estasi! Stava vivendo quello che per tanto tempo gli era sembrato
un sogno. Mentre danzatori e musici continuavano a rendere l'atmosfera
lieta e festosa, Suare sorrideva alla poetessa che per prima era stata
riconosciuta come tale dalla massima autorità del Regno. Il ruolo dell'arte
nelle Due Sicilie aveva finalmente un nome: Beatrice Windsor!
Della gentile poetessa, era certo, in molti avrebbero seguito l'esempio,
adesso che un poeta era divenuto degno di stare di fronte ad un sovrano ed
avere la sua benedizione.
"Presidenza della Sala delle Arti" pensava, e non potè fare a meno di
voltarsi verso la sua Regina e guardarla con gratitudine e commozione.
Un umile artista aveva ottenuto tanto, forse oltre i propri meriti, ma di
certo avrebbe dato tutto se stesso per adempiere degnamente al compito
che gli era stato assegnato.

"Mia Regina, dal profondo del mio cuore, pieno di gaudio, io vi ringrazio di
tutto quello che oggi avete reso possibile. Accetto con immenso piacere e
gratitudine l'incarico che mi offrite e non avrò altro pensiero se non quello
di dimostrarvi che ne saprò essere degno.
Ringrazio il rettore dell'Università degli Abruzzi Dauaho III De Challant
che per primo ha creduto nei miei progetti e mi ha indicato la strada;
ringrazio madam Galab De Challant perchè è stata insieme a me
propositrice di questa meravigliosa iniziativa. Infine ringrazio anche i
poeti che hanno partecipato al Certamen perchè rappresentano una
ricchezza immensa per il nostro Regno."

Fece un profondo inchino verso Sua Maestà, e mentre il pubblico
festeggiava ora urlando il nome della Regina, ora quello di Farewell, diede
commiato e si allontanò.

[/rp]

Suare ha scritto:
[rp]Fissava il Palazzo di Napoli e i suoi giardini, la gente in festa come in festa
era il suo cuore. Avrebbe voluto restare e godere di quella bellissima
cerimonia, ma quei giorni di tensione e impegno, l'avevano decisamente
provato.
Raggiunse la carozza che lo avrebbe portato verso il molo dal quale
sarebbe salpata la nave per Gaeta.
Mentre i cavalli galoppavano, si sporse un ultima volta perchè
quell'immagine rimanesse indelebile nella sua mente per sempre.
Poi si adagiò sullo schienale, era stanco sì, ma il suo spirito vivo.
Chiuse gli occhi e iniziò a sognare ancora per il suo amato Regno.

[/rp]

Farewell ha scritto:
[rp]Farewell era emozionatissima.
Alle parole della Regina non potè che commuoversi.
La gioia, la tensione, l'ansia di quei giorni si scioglieva adesso in gioiose lacrime di rugiada che, lente, scendevan lungo le guance rosse d'emozione.
Guardò Suare che le sorrise.
Egli per primo credette in lei e se adesso provava quella gioia sì grande era solo merito suo.
Il tempo si fermò.
Farewell sentiva dentro l'eternità di quel momento.
Quel sogno ch'avea cercato ed inseguito s'era adesso trasformato in splendida realtà.
Non avea parole per tradurre ciò che in cuor suo sentiva, così, con la voce spezzata da un brivido d'emozione, disse:


Mia Regina, Principessa, Gentili Giudici, Gentile Popolo delle Due Sicilie,
oggi avete realizzato il sogno più dolce e bello che da sempre inseguivo.
Avete donato una carezza infinita al mio cuore che, per sempre, ricorderà questo momento e tutti Voi con un battito in più.
Mi è difficile tradurre l'emozione che sento dentro, sento tremare le mani ad ogni Vostro sguardo e sorriso.
Vi sarò per sempre grata d'aver unito la Vostra anima alla mia.
Ecco la magia del nostro bellissimo Regno: mille e più anime che si uniscono a formare un'identità sola!



Detto questo Farewell sorrise e rilesse più e più volte la pergamena consegnatale dalla Regina..[/rp]

Suare ha scritto:
[rp]Suare si era assopito ma, appena arrivato al porto, il vociare dei marinai
lo svegliò di soprassalto. Fece per scendere dalla carrozza ma qualcosa
attirò la sua attenzione. Accanto a lui vi era un plico chiuso con ceralacca
che non recava però alcun tipo di sigillo. Sopra si leggeva chiaramente:
"Per messer Suare dei Regni".
Il poeta prese il plico e lo fece scivolare sotto il mantello. Scese dalla
carrozza e si avviò verso la nave che sarebbe salpata di lì a breve.
Dopo essersi fatto riconoscere venne imbarcato e in meno di un'ora si era
già in mare aperto.

Dal ponte osservava quell'immenso abbraccio dai colori cangianti che
tanti versi aveva ispirato. Il vento accarezzava le sue guance mentre il
profumo profondo delle acque inebriava i sensi.
Ad un tratto si ricordò del misterioso plico. La sua curiosità era stata già
messa alla prova per un tempo sufficiente. Lo sfilò velocemente e
altrettanto velocemente lo aprì. Erano dei versi! Nessuna firma, nessun
commento, solo dei versi. Suare li lesse e ne rimase folgorato.
Il vento si fece più forte mentre lo sguardo già si perdeva all'orizzonte.


Quei candidi anelli di neve
e i mari di soffice vetro
che il sole bacia di raggi,
e che la luna culla di sguardi;
quei sentieri di monti e misteri,
quelle ombre di boschi e di selve,
che decorano più delle stelle
ed illuminano più d'ogni astro,
son ora i versi che s'aprono
alla mia mano come semi
piantati in carta di diamante,
o in quaderni di turchese.

Io scrivo su righe d'oro
d'un Regno a cui il Fato
concesse il mio destino,
ora avverso ora benigno,
ma sempre grato per così gran dono.
Sereno trascrivo questi segni,
e il mio spirito indomito
a stento ne segue i movimenti
mentre il vento profuma di frutti
e l'aria di fiori benedetti.

Avesse voluto un dio
che io nascessi altrove
forse sarei stato uomo migliore
e di maggior stima e onore,
ma questa è stata la mia vita:
viscera inquieta di cotanto splendore.
E così che ai suoi riflessi
anche la mia oscura incompletezza
divenne per mio maggior stupore
un abito degno d'essere indossato,
sebbene in pericolo di vita,
e spesso solo in compagnia d'una lanterna.

Sono esule e lontano dal mio Regno,
ma serbo i doni della sua bellezza:
ovunque io m'aggiri,
percorrendo i grandi spazi
che nei punti più profondi
mi spalancano gli abissi,
io sono un filo d'argento
che si snoda libero
per narrar al mondo intero
che la felicità umana scorre
e passa come un sogno;
ma sempre in cuor non m'abbandona
delle Due Sicilie il sogno e il Regno.

[/rp]

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Certamen Coronario - giugno 1459
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