Incontro con Sua Signoria Illustrissima Lord Enrico Corleone

Il Cancelliere aveva dato disposizione di far allestire una sala riservata per l'udienza con il Visconte di Itri e prima dell'arrivo dell'ospite andò a sincerasi che tutto era predisposto per poter lavorare senza intoppi. Quando uscì diede ordine alle guardie ed all'usciere di rimanere ai loro posti perchè di li a poco sarebbe arrivata Sua Maestà ed il suo ospite.

Scortato da otto uomini il Visconte di Itri arrivò al galoppo al Palazzo Reale di Napoli.

Una volta che si fece riconoscere varcò l'ingresso e diede delle ore libere agli uomini affidandogli anche la cura del proprio stallone.

Senza perdere tempo si diresse verso la sala che gli era stata indicata nella missiva ricevuta.

Giuntovi disse il suo nome agli usceri attendendo esito.

Il suo viso non era rilassato, sapeva bene il perchè di tale incontro, e il pensiero andò agli uomini, alle donne e ai bambini di Itri.

Una guardia aprò la porta facendogli segno di entrare.

Una volta trovatosi all'interno della sala non si guardò intorno ma fissò i suoi occhi su quelli della
Regina, camminandogli incontro.
Si fermò a distanza debita, chinò il capo e attese.

Il Visconte fece quello che gli venne detto e si avvicinò ancora di più.

I suoi occhi seguivano la figura della Regina, nessun sorriso, nessuna smorfia, il suo viso era neutrale.

"Sono dovuto venire, siete la Regina. Anche se voi probabilmente non mi conoscete, ho potuto notare la vostra scalata fino al vertice."

Gli venne offerto del vino che gentilmente rifiutò.

"Perdonatemi Maestà, ma credo che non mi abbiatr invitato qui per futili motivi. Anche se reggo bene un calice di vino, non voglio che la mia mente sia offuscata dal alcun alcolico."

Fece una breve pausa e all'ultima domanda rispose:

"Purtroppo si, nessuno è stato disposto ad assalirci per farci divertire un pò" -un sorriso scappò dal viso del nobile Corleone, per poi tornare all'immutabilità di prima.

"Prima di iniziare, è troppo chiedere una sedia, vostra Maestà?" -rispose Enrico.

Enrico si sistemò meglio nella poltrona ove si era seduto.
Il suo viso si era disteso di poco.

"Il consigliere che giura obbedienza a un sovrano diverso da Voi, se riceve un ordine di organizzare una campagna militare contro il Regno, non avrebbe la stessa situazione di cui stiamo parlando?
Oppure abbiamo paura solo quando si parla di organizzazioni militari private?
Anche la politica, può essere pericolosa e dannosa.

Io capisco le vostre parole Maestà,ma io ho combattuto e rischiato la morte per Itri, ero in prima fila nella riconquista del feudo. L'autorità regia invece cosa ha fatto per me e la mia famiglia?
Ci ha messi in BL? Ha chiamato in tutti questi anni solo un parente come Ministro?
Capite che il vostro confronto non regge molto.

Credo invece che non si debba servire una bandiera o una poltrona, la bandiera può cambiare colore e la poltrona può ricevere il posteriori di molti, per me si deve servire la gente che si è conosciuta, i bimbi che si son visti ridere, le donne che cucinavano e gli uomini che coltivavano l'orto.
E se tanto decantate i miei meriti e quelli della mia famiglia, credete che faremmo del male a ciò che anche noi abbiamo costruito?

Noi non ci siamo dimenticati del Regno, abbiamo un distaccamento anche lì come Armata.
Perchè non la si prende in considerazione?
L'accademia Corleone inoltre sta dando un imput culturale a TdL.
Perchè non la si prende in considerazione?

Infine Maestà, vi vorrei chiedere semplicemente, in base a tutto ciò che soluzione avreste voi trovato."

"Non avete notizia? Mi sembra davvero impossibile avendo Voi un passato da ambasciatore, ma non voglio additare nessuno.

Per quanto riguarda le nostre attività nel regno, soprattutto il distaccamento dell'Armata, non si è fatto nulla perchè prima eravamo dichiarati nemici della corona e perchè si preferivano ordini militari esteri invece di quelli interni.
Una volta eletta voi, non credo che vi siete interessata a noi, tranne che per questo nostro trattato.

Ma tralasciando ciò, che modifiche apporeste al trattato?" -rispose Enrico.

Il Cancelliere convocato dalla Regina arrivò di li a poco, omaggiò la Regina con un profondo inchino, poi salutò ossequiosamente anche il Visconte:

Eccomi Vostra Maestà, sono venuto non appena mi hanno informato che avevate richiesto la mia presenza

Il Cancelliere si consultò con la Regina parlando a bassa voce, le mostrò alcuni documenti e poi le espose la soluzione che secondo lui si poteva adottare. La Regina annuì poi si congedò perchè era attesa per un'altra udienza. Il Cancelliere quindi si rivolse al Visconte e disse:

Dunque Visconte, perdonate se vi abbiamo fatto un po attendere ma stavo mostrando a Sua Maestà il risultato di una indagine che abbiamo avviato per comprendere l'entità della questione che voi avete il merito di aver portato alla luce. La questione non è limitata solo a voi e necessita di opportune riflessioni per poter trovare una soluzione, per il momento la cosa più urgente che vi riguarda da vicino è la modifica di quel fatidico articolo in cui si menziona una possibile scelta di campo del feudatario di Sua Maestà, andrebbe eliso perchè in contrasto con ogni logica, credete sia possibile?

"Cancelliere, non credo che l'articolo dica qualcosa di più della nostra indole umana del scegliere, indole e soprattuto dovere di scelta.
Ognuno di noi ha la libertà di scelta se poi si fa carico delle proprie responsabilità.
Sarebbe davvero così giusto elidere quell'articolo sapendo che la scelta sussiste sempre?

L'articolo è stato creato non per mettere dubbi alla corona duosiciliana ma solo per mostrare la buonafede a Firenze." -rispose sereno Enrico che voleva avere un dialogo costruttivo.

Fosco ascoltò le parole del visconte poi disse:

Libertà di scelta? il Cancelliere sorrise bonario, poi sospirando continuò serio:

Visconte i feudatari della Corona sono legati ad Essa da un giuramento cosa centra l'indole umana, la libertà di scelta o quant'altro, se i vostri armigeri vi giurassero fedeltà e poi subito aggiungessero però quando saremo sul campo di battaglia decideremo da che parte schierarci se con voi o con il nemico perchè sapete l'indole umana, la libertà di scelta... io onestamente li congederei all'istante e potrebbero ritenersi fortunati se mi limitassi a questo!

Su! siamo seri Visconte, da uomo a uomo, da pari a pari parliamoci chiaro:

se il governo fiorentino si sente tranquillizzato da quell'articolo si può interpretare la cosa in due soli modi o sono degli ingenui, cosa che io escludo categoricamente conoscendo la scalltrezza e le grandi doti politiche della classe dirigente fiorentina oppure hanno avuto concrete rassicurazioni che la fedeltà dell'Armata va tutta a Firenze, quindi quell'articolo servirebbe solo a buttare fumo negli occhi alle Due Sicilie.

Proprio perchè noi non siamo meno scaltri dei fiorentini e conosciamo anche noi bene l'animo umano quell'articolo ci suona come una presa in giro, io vassallo della Corona ho giurato e non ho alcun dubbio! la mia spada è al servizio del Regno e di nessun altro, non si possono servire due padroni anche se i padroni sono amici per la pelle. Concordo con voi che la cancellazione di quell'articolo non cambia nulla ai fini pratici e che ormai quello che è scaturito da questo trattato ha portato alla luce fatti che non sono più sanabili ma almeno non saremo costretti tutti, noi, voi , Firenze a dare ulteriori spiegazioni a chi trova poco coerente tutta questa storia. Comunque la nostra è solo una richiesta non intendiamo imporre qualcosa che non è condiviso dalle parti

"Se io mi trovassi al vostro fianco in una guerra e in quel momento mi girerei e vi accolterei?
Ma io avevo il vostro stesso stendardo, ma non è bastato.

Questo è solo un esempio per far capire che orami ci siamo attaccati così tanto a futili pezzi di carta da dimenticare la verà fedeltà e il vero onore.

Parlate che ho portao mali non più sanabili, mi dite il perchè?
Perchè noi siamo qui a cercare una soluzione mentre gli altri devono essere liberi di giurare a chi vogliono?

Inoltre voi non volete imporre nulla, volete un accordo, ma senza l'accordo ciao ai titolti no? Uhm, non prendetemi in giro Cancelliere.

Posso farvi un ultima domanda? L'ordine dei BE è ancora sotto trattato con il Regno?
Se si, come fa a essere il loro comandante un nobile dell'albania e pure sottoposto dell'autorità duosiciliana?

Infine quando verremo ad un punto, vorrei avere almeno un giorno per consultarmi con la mia famiglia prima di farvi sapere." -ribattè Enrico.

Fosco ascoltò il Visconte poi rispose:

Il valore dei pezzi di carta e delle parole assumono peso e valore in base all'onore delle persone, sono cose futili di per se e non possono da sole vincolare chichessia se non fosse per l'onore di chi le pronuncia e firma, ora siccome voi e la vostra famiglia siete persone d'onore non abbiamo dubbi che terrete fede agli impegni presi il problema è che avendo preso impegni con due enti stranieri, anche se alleati e profondamente legati da rapporti di amicizia e lealtà da lunghissimo tempo, resta la contraddizione di fondo che mette in discussione il principio di giuramento e di lealtà e quell'articolo che da la possibilità al feudatario di poter scegliere sottolinea ancora di più la contraddizione di questa situazione.

prese fiato poi continuò

Con i Black Eagles al momento è in vigore un trattato ne più ne meno identico a quelli che abbiamo stipulato con altri Ordini cavallereschi stranieri, tutte le altre cose che esulavano da questo erano dovute solo al fatto che Regina e capo dei Black Eagles erano sposati e si trattava per lo più di accordi verbali mai ratificati e ufficializzati e sono decaduti con la morte della Regina.

Avete tutto il tempo che volete per discuterne con la vostra famiglia naturalmente.

Non riesco a capire la differenza tra la nostra situazione e quella dei nobili duosiciliani che fanno politica nell'estero e i vari ordini con cui il regno ha trattati.

Ma si sa che solo poche cose fanno scalpore.

Perlerò con la mia famiglia e vi farò avere notizie.

Dettò ciò si congedò e lasciò il palazzo per fare ritorno a casa.

Il Cancelliere salutò e prima che l'interlocutore andasse via disse

Visconte qui ci siete voi e stiamo parlando delle cose che vi riguardano, circa gli altri nobili, e la questione in generale, non è dato nè a me nè a voi affrontarla in questa sede per il semplice fatto che se c'è questa problematica verrà sottoposta agli organi competenti e li discussa per arrivare ad una soluzione.