Festa Natalizia

All'alba il ciambellano Kloen si svegliò alla buon'ora per organizzare al meglio la festa natalizia che sarebbe avvenuta quella sera stessa al palazzo reale di Napoli.
La dama per prima cosa ordinò all'inserviente di portare 100 Stelle di Natale per poi farle disporre negli angoli delle sale, sugli arredamenti e sui tavoli dove gli ospiti avrebbero cenato.

Dopodichè la dama corse nel salone dove si sarebbe svolta la festa.

Controllò che tutto fosse pulito e in ordine e che tutto fosse disposto come lei desiderava.
"Metti questi centrotavolo su ogni tavolo" ordinò la dama ad un giovane aiutante.

La donna andò a controllare poi la sala da ballo

dove alcuni inservienti provvedevano a lavare l'immenso pavimento. Allora ordinò ad uno di loro di far montare un albero di Natale in quella stessa sala.
La dama uscì soddisfatta dalla sala, anche se pensava tra se e se "manca ancora qualcosa....certo mancano ancora tante cose".
La dama fece ritorno al suo studio convocando due messi, uno si sarebbe occupato della musica e l'altro di scrivere a mano i menù per ogni tavolo.


Quando giunse la sera tutto era finalmente pronto....mancavano solo gli ospiti.
La dama allora si sedette e attese...

Kloen vide entrare un messere estremamente elegante nonchè affascinante.
Con le mani, la dama, distese subito la gonna del lungo abito rosso e andò incontro all'uomo.
Egli le prese la mano e la baciò pronunciando lievemente "incantato", con una voce calda e melodiosa.
La dama per un momento si trovò stordita, poi ritornò in se e lo accolse con un caloroso benvenuto.
"Prego messere, accomodatevi, non vorrete attendere in piedi l'arrivo degli altri ospiti" disse indicando uno dei tanti tavoli.
L'ospite allora seguì il consiglio della dama e le chiese di fargli compagnia.
Kloen accettò l'invito così sedette accanto a lui.
I due dialogarono a lungo e lei apprezzò tanto la compagnia di quell'uomo.
"Gennaro, il camino!" disse la dama senza alzarsi di posto, riferendosi ad uno dei suoi inservienti... l'atmosfera era terribilmente fredda.

Era tutto il giorno che RIccardo casualmente passava per la cucina del Palazzo Reale, ogni volta era inebriato da un profumo diverso e ogni volta chiedeva di poter fare almeno un assaggino così per sentire se mancava qualcosa...ma le cuoche sembravano gendarmi con al posto delle spade i cucchiai che non esitavano a sfoderare minacciando il povero cimabellano.
Ma finalmente era giunto il momento, le portate erano tutte appoggiate ai lunghi tavoli e i cuochi davano gli ultimi ritocchi alla presentazione dei piatti.
"Ascoltate, credo sia ora di portare tutto ai nostri ospiti, siete pronti?" Riccardo attese i segni dei cuochi che si allontanarono dai tavoli, subito la schiera di servitori in livrea rossa e verde, un omaggio al Natale, si disposero attorno ai vassoi e ad un battito di mani del mastro cuciniere sollevarono sopra le spalle le pesanti portate.
A Riccardo piaceva un sacco seguire questi preparativi, e già gustava quelle pietanze che presto avrebbe finalmente assaggiato.
Non aveva dubbi che la cena sarebbe piaciuta a tutti, ridendo si mise alla testa della parata di leccornie e fece aprire il portone che dava sulla sala da pranzo; entrò nella sala, tutto lo guardavano, sorrise agli invitati
"Eccellenze, sono lieto di accogliervi in questo palazzo per festeggiare con la nostra Sovrana la festa del Natale, vi auguro davvero di avere il cuore in festa e la mente serena, e che la gioia di questo giorno possa essere condivisa con ognuno dei vostri sudditi dal più ricco al più povero, in ogni casa, bottega, stamberga e ovviamente mangiatoia."

A questo punto fece un cenno ai servitori che portarono le pietanze

Nel frattempo giunse qualche altro ospite e Kloen voltandosi vide una sfilata di camerieri che servivano mille e più portate differenti.
La dama osservò entusiasta ogni piatto, ammirandone i colori e gli odori che emanavano.
Si alzò in piedi per salutare il suo collega Riccardo, col quale si consultò
"Senti Riccardo, ma secondo te, non manca qualcosa?"

"Il Presepe! Avevo detto di scoprirlo all'entrata delle portate ma nessuno ha ancora tolto il telo che lo copriva, se trovo quei due servitori li faccio verdi così si intonano alla loro livrea!"

Riccardo si avvicinò al banco su cui era stato montato il presepe e tolse il velo che aveva messo per tenerlo nascosto.

In quella fredda notte ancora una carrozza stridacchiava con le proprie ruote sullo sterrato all'ingresso del suntuoso palazzo..di corsa lungo la strada aveva invano tentato di recuperare il ritardo che però non faceva che aggravarsi di minuto in minuto..dalla stessa scese un uomo biondo che affrettandosi salì i gradini e giunto dinanzi all'uomo alla porta pronunciò il proprio nome "Sweyn I Tjùguskegg"

Entrato rimase incantato dalla bellezza delle sale e delle decorazioni, il cappello a bombetta non indossato per la fretta venne dato al secondo uomo che prese con sè anche il soprabito. Così passeggiando lentamente per le sale sembrava cercare con gli occhi i particolari di ogni affresco e di ogni abbellimento natalizio...si soffermò sul presepe di dimensioni enormi e quando vide il "bambiniello" già nella mangiatoia esclamò a bassa voce.. "tsk..riccardo..." così giunto dinanzi alla porta della sala del ricevimento la varcò con un sorriso già sulle labbra.. i profumi e colori delle pietanze erano inebrianti come l'atmosfera natalizia che sembrava nascere lì per poi emanarsi nel regno

salutò i presenti, alcuni conosciuti altri meno..ma non ci pensò due volte prima di prendere posto accanto a messer Riccardoix e messer Daygar, salutandoli calorosamente ed iniziando a parlare come al solito del più e del meno...quando poi solo in un secondo momento vide una dama che non poteva di certo passare inosservata, così avvicinatosi a lei di tutto punto, e raddrizzandosi alla meglio l'abito elegante, pronunciò una sola parola.. " Kloen " capendo che in quella serata, in attesa degli altri ospiti almeno, si sarebbe parlato anche del passato più remoto..

Kloen ammirò estasiata la bellezza del presepe appena rivelato dal collega Riccardoix....una tradizione che a Napoli continuava da generazioni e che le suscitava sempre emozioni forti.
Ed eccolo lì, splendido in un angolino, l'albero di Natale decorato! e alle sue radici tanti regali che sarebbero stati distribuiti e aperti proprio alla fine di quella grande festa.


*gli inservienti hanno fatto proprio un ottimo lavoro* pensò la dama tra se e se, sorridendo al collega Riccardo come una bambina.

Kloen ritornò al suo posto accanto a Daygar quando vide un'altra figura seduta accanto all'uomo.

"Drakkan!" pronunciò Kloen sorpresa per la visita!
Immagini del loro passato scorsero nella mente della donna come un fiume in piena.
"Ma..ma..." la dama cambiò discorso prima che la sua lingua si ingarbugliasse completamente "benvenuto al palazzo reale, spero che la serata sarà di tuo gradimento"

Maria Jolanda era emozionatissima, era appena arrivata al Palazzo Reale di Napoli dopo un lungo viaggio accompagnata dal Barone Eleinad Ridolfi, ambasciatore del Ducato di Milano.
Scese dalla carrozza, si risistemò l'abito, dette il braccio al Barone e si avviò all'ingresso.
Alla guradia chiese

Potete annunciare l'arrivo di Maria Jolanda Stibbert, il Gran Ciamebllano del Ducato di Milano e del Barone Eleinad Ridolfi, Ambasciatore?

Quindi attese di essere introdotta alla festa.

Il messo annunciò ad alta voce "Maria Jolanda Stibbert, Gran Ciamebllano del Ducato di Milano accompagnata dal Barone Eleinad Ridolfi, Ambasciatore".
Kloen si scusò con coloro che condividevano il suo stesso tavolo e si alzò per andare incontro ai nuovi arrivati.
"Benvenuti al Palazzo Reale di Napoli, spero che la cena sarà di Vostro gradimento! Accomodatevi! così Vi farò servire subito." disse loro la dama regalando uno dei suoi migliori sorrisi.
"Per qualsiasi evenienza non esitate a chiamarmi"
Nel frattempo Kloen corse nella cucina per vedere se stavano preparando quei dolci tipici napoletani che lei personalmente aveva richiesto..........

Isabella venne condotta nel salone in cui si sarebbe tenuto il ricevimento in onore del Santo Natale.
Arrivata alla porta rimase meravigliata dallo sfarzo di quella sala. Ogni cosa era impeccabile, ogni decoro al proprio posto, niente era stato lasciato al caso, un immenso albero addobbato catturava lo sguardo nonostante la sua posizione.

"Dovete annunciare Isabella Carroz, detta Myah, Gran Ciambellano della Repubblica Senese"

A quelle parole Isabella trasalì, quella voce che proveniva alle sue spalle non era sconosciuta.
Si voltò lentamente e rimase stupefatta.
Quel viso sorridente le ricordava una persona, persona molto importante per lei, ma la voce non combaciava con la memoria.

"Messer Riccardo! Che gioia rivedervi! Quasi non vi riconoscevo.."

E tra una presentazione e l'altra iniziarono a dialogare amichevolmente

Ferenç Petrus era appena sceso dalla carrozza.
Per la grande occasione aveva indossato un dolman ungherese, ereditato dal nonno materno; era decisamente il suo vestito più elegante e non poteva di certo sfigurare.

Arrivato nel salone delle feste, il suo sguardo venne catturato da un albero fittamente decorato e sistemato in un angolo visibile anche dall'anticamera dove si trovava. Disse ad un paggio il suo nome, sottovoce, ed egli lo annunciò.
- "Ferenç Petrus Vasa von Galberti."
Nell'entrare si soffermò ad ammirare il presepe allestito per l'occasione.
"Ma... perchè c'è già il Bambinello? Non è ancora il 25... ma va bene, avranno avuto le loro buone ragioni..."
Passò affianco di quel che doveva essere il Ciambellano Riccardoix e di una donna elegantemente vestita, probabilmente un dignitario d'un altro Stato italico; Ferenç Petrus s'inchinò prima di passare oltre e fece loro dei saluti adatti per l'occasione, ma li lasciò continuare il loro discorso senza interromperli oltre.
Notando Kloen, uscita dalle cucine, sedersi al suo posto avanzò verso il suo tavolo.

Kloen si sedette al suo posto quando intravide un uomo dai capelli rossi.
*Ma quello è Ferenç* pensò la dama tra se e se.
La dama si alzò di scatto scusandosi con i suoi compagni e fece con le mani segno a Ferenç di avvicinarsi al suo tavolo, sussurrando "Ferenç vieni qui!" .
L'attenzione del ragazzo fù catturata da Kloen, così si avvicinò al tavolo dove ella sedeva.
"Ce l'hai fatta a venire amico mio, su, siediti accanto a me, che questa sera si mangia" disse la dama abbandonandosi in una rumorosa risata.
Ferenç farfugliò qualcosa e prese posto a tavola.

Daniel era in estremo ritardo purtroppo il lavoro lo teneva costantemente impegnato ma era molto felice di essere arrivato alla stupenda festa organizzata dal R2S.
Così si avviò verso il grande salone della festa e si fece annunciare: " Daniel Lancaster Stewart Visconti".
Scese la lunga scalinata e non potè che rimanere incantato dalla stupenda organizzazzione e bellezza della sala.
Nella sala Daniel riconobbe le grandi alte cariche del regno ma quando riconobbe Dama Kloen seduta ad un tavolo decise di avvicinarsi a lei."Buonasera Dama Kloen è un piacere vedervi, mi scuso per il ritardo e per l'assenza dei miei concittadini tra cui il Doge ma siamo in pieno periodo elettorale e nel paese c'è molta confusione." disse con un sorriso.
"Questo è un dono che porto dalla mia amata terra per il Vostro Regno segno della nostra amicizia:"
Così quattri paggi si avvicinarono a lui e gli lasciarono una grande lastra coperta da un telo rosso.

"Questo è uno stupendo bassorilievo lavorato a mano dai migliori scultori di Venezia spero posso essere di vostr gradimento." disse ancora sorridendo.

Dama Hannah Navarro Colonna arrivò con la sua carrozza, si fece aiutare dal paggio a scendere e gli chiese di consegnare l'omaggio che aveva con se per Sua Altezza Reale



poi entrò nella sala dove riconobbe amici cari e si diresse verso di loro per porgere gli auguri in attesa di poter porgere a Sua Altezza gli auguri di un sereno natale

Per l'occasione Medicea indossava una bellissima veste , finemente decorata e foderata con pelliccia di ermellino , sulle sue spalle una sfarzosa mantellina.
La sua fedele serva Polissena le aveva sistemato l'acconciatura con spille d'oro , aveva posto sul suo esile collo una collana di gioielli turchesi.
Scese dalla carrozza e camminò con passo leggero fino al palazzo nonostante i dieci centimetri di spessore delle sue scarpette.
Porse la lettera nelle mani del paggio.
Alasia Aleramica Del Carretto.
Baronessa di Montesilvano