domanda sui giuramenti

Citazione :

Io, [nom] giuro di fronte a Dio di difendere il Sacrum Romanorum Imperium Nationis Germanicæ e il Suo Imperatore a costo della mia vita. La mia lealtà gli appartiene nella vittoria o nella sconfitta. Io adempirò a tutte le mie responsabilità e affronterò tutte le sfide con coraggio e umiltà. La mia parola sarà vincolante.
Io, [nome] giuro e prometto Obsequium, Consilium e Auxilium come soldato delle Aquilae Imperatoris. Possa Dio aiutarmi!

Questo e il giuramento che la Marchesa Velle ha fatto al Sacro Romano Imperatore a seguito della sua nomina a Aquila Imperiale. Niente di strano come si può vedere tranne una cosa, e vincolante ed e unico, tale giuramento sovrasta tutti i giuramenti di fedeltà perché prende direttamente ordini dall'imperatore in persona.

Approfitto di questo spazio per chiedere una cosa:
Dopo la comunicazione araldica tutti si stanno affrettando a chiedere dispensa.
Sono solo io a sentirmi presa in giro?

Concordo con il Ministro degli Esteri.

So che è naturale per il popolo italico, fatta la legge, cercare l'inganno, ma credo che le dispense andrebbero valutate caso per caso.

Ci sono alcuni nobili, tipo mio cugino Ettore, che saputo del nuovo regolamento ha chiesto dispensa il tempo necessario a concludere i propri impegni e ha prontamente offerto di rimettere gli incarichi imperiali, dando privilegio al giuramento col Regno.

La Marchesa di contro non offre uguale prospettiva, chiede una dispensa ad libitum che io per esempio rifiuterei.

Questa è la mia idea, i due esempi sono per l'appunto tali, solo esempi. Tutti sanno che Ettore è mio cugino e Capocasato e con Velle ho dei trascorsi, quindi non sono super partes e il mio giudizio in questo frangente va preso con i se del caso.

Pienamente d'accordo, Maestà dovrete analizzare ogni dispensa, se vorrete un parere, ho già le mie idee, comunque Marcius chiese addirittura prima di questo regolamento il permesso.

Velle, Daygar, Sailor e company no...non si sono mai posti il problema.
Oltre tutto non si comprende con chi si schiererebbero in caso di guerra.

Comprendo il vostro dilemma Maestà e fate bene a prendere in considerazione anche questi fattori, ma per esperienza Vi confido che verrete criticata in qualsiasi caso, quindi Vi suggerisco di agire come meglio credete. Almeno sarete soddisfatta.

Perdonatemi Maestà ma io non lo vedo il problema visto che il Barone e la Viscontessa sono per la seconda volta in consiglio modenese e non la prima.
Il problema non se lo sono mai posto.

Hemmet_jax ha scritto:

Comprendo il vostro dilemma Maestà e fate bene a prendere in considerazione anche questi fattori, ma per esperienza Vi confido che verrete criticata in qualsiasi caso, quindi Vi suggerisco di agire come meglio credete. Almeno sarete soddisfatta.

Concordo in toto col pensiero del Magistre,Maestà.

Agite come meglio credete,tanto le critiche arriveranno sempre.

io, parlando di soluzioni pratiche, porrei una distinzione tra situazioni temporanee, per esempio un mandato ducale di 2 mesi, per i quali si può concedere una dispensa e situazioni permanenti, per esempio l'accettazione di feudi imperiali o di incarichi al servizio dell'Imperatore che comportano giuramenti e non hanno limiti di scadenza

Io per mia coerenza non rinuncio alla residenza Duosiciliana sia se ho titolo che meno.
Mi sento patriota dello stato in cui sono nato e mi prodigo per migliorarlo.
Io non capisco come altri facciano "arlecchino servo di due padroni"
Per me la fedeltà va a uno e un solo stato a prescindere dai distinguo che si possano fare.
Se non si vuole servire il regno(perchè questo siamo: servitori)bè ci sta pure l'abdicazione.
Conservare il titolo ma non fare nulla per esso per me è svuotarne di contenuto.

In altre sale del palazzo ho espresso la mia personale idea sui compiti della nobiltà che è storicamente derivata come presidio militare del re...se un nobile non presidia....che nobile è?
Vabbè scusatemi io ho ancora una concezione preistorica(altomedievale) della nobiltà e cioè di spada ,che si discosta di molto dalla concezione accettata dai più che si fonda su quella di toga.

Concordo con quanto affermato da chi mi ha preceduto, senza cittadinanza non ha senso continuare a parlare di nobile del Regno, la dispensa solo per periodi limitati e circoscritti a momenti della della vita di un nobile, occorre solo ragionare sui criteri da applicare senza lasciare alcuna arbitarietà di scelta in modo che nessuno possa sentirsi penalizzato, prendendo ad esempio quello che si è presentato finora:

io sono radicale circa la cittadinanza, senza questa si perde automaticamente lo status di aristocratico duosiciliano a meno che non sia limitata al periodo della dispensa per espletare l'incarico ed un ragionevole lasso di tempo per poterla riprendere.

Si ad un mandato elettorare bimestrale, da valutare solo fino a quante volte consecutive rinnovabile.

No ad adesioni in ordini militari o altri tipi di incarichi a tempo indeterminato, se è un servizio limitato, per esempio in caso di guerra prestare servizio per quello Stato, direi che è da valutare se non si tratta di una guerra contro un nostro alleato perchè sarebbe incoerente concedere il permesso di combattergli contro, se fosse un libero cittadino potrebbe farlo ma da nobile è legato alla Corona e quindi agli impegni da Essa presa.

Fermo restando che si parla di situazioni normali se c'è chi intende fare il furbo e tramare contro il Regno approfittando della sua posizione non gi si concede nulla, per esempio un nobile che ha palesato la sua ostilità ed è evidente che stà facendo il doppio gioco, distinguendo però tra ostilità e civile disaccordo che si può avere nei limiti consentiti dal rispetto per la Corona e dei propri pari.

Credo che ratificando e applicando dei criteri generali simili a quelli da me citati e applicandoli con equità e coerenza nessuno può avere da ridire senza essere in malafede.

Concordo con il Cancelliere.

Credo che si potrebbe dare una deroga di due mesi (durata di un mandato consigliare) ai nobili che risiedono all'estero per ritornare in patria. Chi vuole salvare il proprio feudo lo farà.

Un tempo minore metterebbe in difficoltà chi al momento dell'applicazione del nuovo regolamento avesse già impegni in essere.

Si, ma c'è chi continua ininterrottamente da mesi ad essere in consiglio e non si è nemmeno posto il problema, c'è poi chi ricopre la carica di Duca e dubito assai che avendo raggiunto la massima carica si ricandidi.

Hai ragione Cyrille, ma se vogliamo normare la cosa non possiamo applicare criteri retroattivi.

In alternativa Sua Maestà può decidere secondo il proprio arbitrio e noi sosterremo le Sue decisioni.

Intanto come dicevo prima, ci sarà qualcuno che si lamenterà in ogni caso

Esattamente, Sua Maestà deve decidere come più le aggrada, noi abbiam consigliato.
Io comunque, sono dell'idea che si debba porre una domanda semplicissima...in caso con chi ti schieri?
Ovviamente pubblica, in modo che tutti sappiano, credo che questo principio sia trasparentissimo e sopratutto porterà a credo molte conseguenze sia in un caso, sia nell'altro.
La fedeltà non può essere dispensata

La fedeltà non può essere dispensata né condivisa.

Sono d'accordo e sai benissimo che con me sfondi una porta aperta

No no nessuna retroattività, oggi si è presentato il problema ed oggi viene normato per il futuro, sono d'accordo a dare un buon margine anche di un paio di mesi per permettere ai nobili di adeguarsi, dimostriamo disponibilità e poi passati questi due mesi sarà finita la pacchia.

Per la cronaca,la Marchesa Velle si è candidata a Sindaco.

Ha proprio capito tutto, non sono ancora entrato di là, ma immagino che non ha chiesto prima la dispensa per quel ruolo.

Non invischiamoci in diatribe che poi permettono di far fare le vittime, si normi la cosa e si informi per bene, siccome siamo alle prime battute meglio avere un po di pazienza in più, non diamo spazio ad eventuali situazioni che permetterebero la nascita di fronti avversi.

Fosco della Bruna ha scritto:

Non invischiamoci in diatribe che poi permettono di far fare le vittime, si normi la cosa e si informi per bene, siccome siamo alle prime battute meglio avere un po di pazienza in più, non diamo spazio ad eventuali situazioni che permetterebero la nascita di fronti avversi.

Concordo in toto, la mancanza di una solida giurisprudenza è quello che ha permesso ad alcuni elementi di far danni per anni nel Regno.

Scusatemi eh,ma vedo gente che cade dal pero oggi o ha fatto finta di non vedere per parecchio tempo:
La marchesa Velle non è la prima volta che si candida sindaco di Parma,lo è gia stata.
Se tutto ciò vi scandalizza allora perchè non vi siete scandalizzati quando Marcius da valmacca e Ubertino da casale furono eletti consiglieri a Siena?
Anzi voglio essere più tagliente:
Ubertino da casale piuttosto che adempiere ai doveri della cavalleria reale e andare a Terracina,faceva fagotto ed emigrava a Siena
Chi si scandalizzò per sto fatto? solo io
E ora mi venite a fare le verginelle?
Bah

Se vogliamo discutere seriamente discutiamone,ma se dobbiamo fare che "questo" mi è antipatico e mò trovo il cavillo per dargli fastidio,bè sappiate che non siete gli unici a saper cavillare.

Quindi o si fa una legge uguale per tutti o nulla: fare due pesi e due misure è esattamente l'opposto di quel che dovrebbe fare una legge.

A parte che Ubertino non è mai stato in consiglio senese,qui nessuno ha bisogno di subdoli mezzucci per dar fastidio.
Siamo Ministri della Corona non in un asilo nido