Kinabra Nero Bellarmino si perde nel foyer

Kinabra Nero Bellarmino accedette nel foyer del Palazzo Reale.
Una volta varcati i maestosi ingressi si trovò spaesato, abituato com'era a costruzioni ben più modeste dettate da funzionalità e prammatica.

Portava con sè i doni di Firenze per l'autorità napoletana e il salvacondotto da ambasciatore.

Incontrò una squadra di cerimonieri che lo intercettarono e salutandoli con un mezzo inchino di una goffaggine clamorosa fece per spiegar dinanzi a loro la pergamena.


- Come diavolo si staccherà codesta stramaledetta ceralacca, perdincibacco! - pensò.

Si risolse a srotolare la sua presentazione e sorrise noncurante della sua dabbenaggine motoria.

Albatwo aveva accompagnato l'amico Nero nelle terre a Sud di Firenze, fino al Castello di Napoli, del quale recava un ottimo ricordo.

Quando apparve il Conte partenopeo ad accogliere il Kinabra, salutò entrambi e si preparò a tornare sui suoi passi, verso casa.

Poco prima di varcare la soglia però si ricordò di una frase pronunciata tempo addietro in quelle sale e, girandosi verso i due disse, Conte, per quel vino, per Voi fanno 58 ducati! Come se foste a Montepulciano!.

Appena uscito caricò le sue stanche membra sull'asino Balzano e partì verso Milano, certo che la diplomazia toscana fosse con Kinabra in ottime mani.