In un mattina fredda, di una limpida giornata di gennaio, il sole sembrava volesse sottolineare la bellezza del Palazzo Reale di Napoli; li sdraiato nella piazza centrale di Napoli, la dimora dei reali, aspettava l'arrivo dei visitatori.
Giordano rimase immobile li annebbiato dallo splendore dell'architettura, il giovane inebetito sfiorava con gli occhi i nobili archi della facciata incoronati da due file di finestre nei piani alti, si riebbe alla vista degli enormi stemmi del Re e del ViceRe posti al centro della facciata.
Ancora dubbioso di profanare tanta nobiltà nella sua mente il coraggio di materializzo nelle parole del suo signore -
Amico, mi raccomando porta la missiva nelle mani del funzionario incaricato del reclutamento. Credo in te, nn deludermi.Dopo poco il servo varcava il Cortile d'Onore, davanti a lui le statue dei precedenti Re lo osservavano incuriositi: Darko1984, Arimanno e lì immortalata col lo sguardo di dolce nobiltà che la contraddistingueva sua Maestà Annaperenna.
Giordano si avvicinò alla statua della Regina e ne rimase affascinato, aveva sempre sognato di poterla vedere; molti ne parlavano come la dolcezza e la compassione regalmente fatta persona. Un frastuono assordante richiamò l'attenzione del visitatore; un enorme blocco di marmo veniva lavorato da 15 artisti a colpi di scalpello.
Il servo si avvino a un maestro sculture e -
mi scusi ma cosa fate?L'artista-
Sua Eccellenza la Regina Velle, stiamo scolpendo la sua regale statuaIl servo meravigliato di tanto marmo-
Sarà una bellissima statua, buon lavoroGiordano salutò e si diresse nella sala Diplomatica, l'Anticamera di Sua Maestà; nel immenso locale i diplomatici e gli impiegati lavoravano caoticamente alle diverse situazioni che le ragioni di stato richiedevano. Il giovane si avvicino a un usciere e sussurrando
-
mi scusi....?l'usciere urlando-
CHE COSA????? SONO DURO D'ORECCHIE- e porto un corno dorato all'orecchio sinistroGiordano ridendo-
SCUSI DOVE TROVO L'INCARICATO PER LE RICHIESTE PER AMBASCIATORE?l'usciere sordo-
VICINO ALL'ARAZZO DEL FUOCO A SINISTRAGIORDANO-
GRAZIEEEEEe si incamminò verso l'impiegato indicatogli.
sotto l'arazzo un piccolo omino simile ad un uovo con due piccole braccina e due secche gambe era appollaiato su una poltrona, semi sdraiato su una scrivania scriveva con piccoli tratti un importante trattato.
Giordano si inchino e inizio garbatamente a parlare-
mi scusi eccellenza, sono giunto alle terre Milanesi per consegnarle la candidatura del mio signore.L'impiegato alzando lo sguardo osservo il vestito del servo, sorrise-
il Leone d'Oro e mi dica come sta il Barone di Sant'Elia Fiumerapido?Giordano stupefatto-
Discretamente, lo conosce?L'impiegato in tono untuoso-
famigeratoGiordano sorrise pensando-
Johan, ne hai fatte troppe....- guardo il diplomatico e disse-
Le porto la candidatura del mio signore al ruolo di Ambasciatore per il Regno delle Due Sicilie-e mise nelle mani dell'impiegato la missiva
- Citazione :
- Anno domini 1459, 25imo giorno del primo mese dell'anno.
Sua Maestà la Regina delle due Sicilie,
Vengo a conoscenza della ricerca di ambasciatori per il regno, ho riflettuto molto sul presentarmi al bando e sono giunto al decisione ti sottoporre alla sua illustre opinione la mia candidatura al ruolo richiesto.
le allego la scheda di iscrizione debitamente compilata
cordialmente
- Citazione :
- scheda di iscrizione
Nome gdr e ig: Johan Battista della Gherardesca
Città e nazione di residenza: Pontecorvo, TDL
Eventuali esperienze diplomatiche o politiche anche in altri regni:sindaco diciamo che ho rapporti in tutto rr.
Una breve descrizione della vostra vita:
Nasco nella verdeggiante contea di Surrey, a sud-ovest di Londra. Primogenito di Thomas Holland Della Gherardesca, nobile cavaliere al servizio di Sua Maestà la Regina d'Inghilterra, destinato a seguire le orme di mio padre fui introdotto alla vita militare in giovanissima età e istruito sui usi di corte e le astuzie politiche.
La giovinezza passò velocemente tra le lezioni e la spensieratezza dei giochi con i miei due fratelli e mia sorella.
Situazioni difficili mi portano a trasferirmi a Pontecorvo, cittadina della provincia di Terre del Lavoro, il 9 ottobre 1946.
Nel corso di quest'anno trascorso tra le italiche genti mi sono cimentato nella difesa cittadina come capogendarme, nell'amministrazione della mia città come Sindaco, consigliere comunale per diversi mesi; ho sempre coltivato in me il seme divino dell'oratoria che ho sfoggiato in diverse discussioni di politica del principato.
Lingue parlate: inglese
si inchino elegantemente e riprese la strada per raggiungere il suo padrone a Como.