Elric era sceso di buon mattino dal monastero su al monte dove si era fermato per quella notte a Napoli.
Alle sue spalle, sulla collina, c'era Castel Sant'Elmo, e il lungo decumano che gli si apriva innanzi si gettava nella città come un lungo canale. Da lì si vedeva la città spaccata in due.
Scese ancora e prese la strada che i locali chiamavano Spaccanapoli.
La vita in quella città era fiorente, colorita, rumorosa. Lontana dalla pur vivace Terracina.
Arrivò infine al Largo dove sorgeva Palazzo Reale.
L'ampio basamento di pietra nera lanciava un'ombra cupa sulla Piazza alle spalle del Tribunale.
Elric si fermò ad ammirare entrambi e non poté non pensare ai Re passati.
Arrivò all'ingresso a piedi, senza una carrozza, o un cavallo, con i profumi e i suoni di che gli penetravano i sensi.
Si annunciò: "Sono Elric Engelbrektsson Vasa, si." vide lo sguardo perplesso della guardia. "Si. Quell'Elric Engelbrektsson Vasa lì: Rebraist."