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 De responsum ad veram iustitiam

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Fabioilbello



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MessaggioTitolo: De responsum ad veram iustitiam De responsum ad veram iustitiam Empty21/05/15, 04:36 am

OFF: Premetto che come player non conosco il latino, ma il titolo faceva figo.

Inserisco per primo il commento ricevuto oggi al comunicato:
--Il_pensatore ha scritto:
Il pensatore giunse in piazza con la bisaccia carica di piccole pergamene suscitando la curiosità di qualche passante, che vedendolo indaffarato ad accatastare delle vecchie casse vuote si fermò ad osservarlo.
Quando ebbe creato un piccolo palco sopraelevato vi salì e schiarendo la voce iniziò a parlare e le sue prime parole attirarono ai piedi del palchetto un capannello di gente che andò sempre più aumentando fino a divenire una folla che in silenzio, e talvolta borbottando qualcosa lo ascoltava rapita

Salve o gente, sono qui per diffondere e far conoscere a tutti voi l'ennesima vergogna che si consuma in questo sfortunato regno, l'ennesima prevaricazione che le genti duosiciliane devono subire dai suoi governanti che non si curano neppure di prestar fede alle leggi che loro stessi si son dati tale è la loro arroganza e prepotenza

srotolò la prima pergamena e la lesse al pubblico e successivamente la gettò agli uomini delle prime file che gli dettero un rapido sguardo prima di passarla alle file successive

Fabioilbello ha scritto:
[rp]
                  De responsum ad veram iustitiam 156zc4i


                Comunicazione dal Ministero di Grazia e Giustizia


All'attenzione dei cittadini Duosiciliani,
Ai Giudici delle provincie degli Abruzzi e di Terra di Lavoro,

A chiunque leggerà, salve.
Con la presente vogliamo sottolineare il nostro parere, in qualità di Ministro di Grazia e Giustizia, e quindi estensione dei poteri Regi nell'ambito della Giurisprudenza, riguardante i fatti che hanno visto l'ormai dimissionario Ministro degli Interni Diego II dei Lancia.
Intendiamo descrivere il nostro sconcerto nell'appurare condannata una figura, quale quella del ministro, per un atto che comprende le sue funzioni.
Vogliamo ricordare che qualsiasi Ministro è nelle sue funzioni pura estensione del potere esecutivo Regio. Troviamo un insulto al nostro stato quale Monarchia Costituzionale Elettiva condannare un Ministro Regio nell'esercitare i suoi compiti.
Ai nostri occhi la condanna al Ministro Regio è una condanna al Re stesso, cosa ontologicamente inconcepibile in quanto esso stesso rappresenta il Regno stesso.
Troviamo sconcertante che un funzionario provinciale, quale un giudice, possa condannare il regno stesso di cui fa parte la sua provincia. Tale questione è evidentemente un affronto alla Corona e quindi allo stato.

Teniamo a chiedere al Ministro dimissionario o a chi per lui, di procedere con una richiesta di appello presso la Corte d'Appello Duosiciliana. Certo che l'organo sia in grado di interpretare questa condanna nel modo giusto. Non ci soffermeremo sul processo, ormai concluso, per non interferire con il corso del processo d'appello ma intendiamo sottolineare questa grave mancanza nei confronti della Corona.

Certi che potrà essere ristabilita la vera Giustizia.


Ventesimo giorno del quinto mese dell'anno di Grazia 1463
Sua Eccellenza Monsignor Giovan Matteo Colonna,
in qualità di Ministro di Grazia e Giustizia.
De responsum ad veram iustitiam 33a9xn6[/rp]


Questo è un comunicato di un ministro regio, leggetelo bene e tenetelo a mente perchè ho altre cose da mostrarvi che vi faranno capire quanto rispetto nutrano queste persone nei nostri confronti

prese altre piccole pergamene e dopo averle lette ad alta voce, come in precedenza le diede alle persone di fronte a lui che ripeterono il passaggio

[rp]
LIBRO 0 - Premessa

Nel giorno XIII Giugno, A.D. MCDLX, S.M. il Re ed il Parlamento del Regno si sono riuniti per discutere ed approvare una nuova Costituzione per le Due Sicilie, che garantisca prosperità e stabilità al Regno e al suo Popolo.
Ai principi stabiliti in questa Carta devono rifarsi i legislatori delle Province Regie, le istituzioni ed i cittadini.
Tutti i sottoposti della Corona Duosiciliana devono conoscere e sottostare ai diritti e ai doveri sanciti dalla presente Carta. L'ignoranza della legge non è ammessa.
Il Regno delle Due Sicilie è una Monarchia Costituzionale Elettiva, al cui vertice c'è il Sovrano.
La Corona s'impegna a rispettare la Costituzione e ad esercitare il legittimo interesse del Popolo affinchè ne venga sempre garantita l'applicazione. [/rp]

Questa invece è la premessa della nostra Costituzione, vi prego di prestare attenzione a quanto vi leggerete e sopprattutto alle parti che ho evidenziato, e mentre lo fate pensate a quanto scritto dal ministro nel suo comunicato e fate la stessa cosa per i successivi articoli che vi consegnerò, confrontate quanto la costituzione intima e ripensate a quanto affermato dal ministro nel suo vergognoso comunicato

[rp]Articolo 1. Dei Cittadini DuoSiciliani

Tutti gli individui residenti in una Provincia del Regno delle Due Sicilie sono eguali davanti alla legge. Il Regno delle Due Sicilie riconosce e tutela le diversità sociali di ceto di ognuno. Ogni Provincia del Regno delle Due Sicilie riconosce gli stessi diritti e doveri, anche ereditari, ai figli adottivi, che siano di un singolo individuo o di una coppia.[/rp]

[rp]Articolo 4. Della fedeltà e del rispetto delle leggi

Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli e di osservarne le leggi del Regno delle Due Sicilie e della Provincia nella quale risiedono. Gli stranieri, ovvero i non residenti all'interno di una Provincia del Regno delle Due Sicilie, devono anch’essi rispettare le norme vigenti, salvo trattati che diano particolari privilegi. [/rp]

[rp]Articolo 6.
Il Regno è una Monarchia costituzionale elettiva unitaria. Il Regno rispetta le autonomie provinciali, rappresentate dai Consigli Provinciali. [/rp]

Dalla vostra reazione
proseguì vedo che siete giunti alle stesse mie conclusioni, che quel comunicato infrange tutti questi articoli della costituzione e inoltre costituisce una indebita ingerenza nella giustizia da parte di chi era invece incaricato di farla rispettare e una assurda e vergognosa pressione sulla Corte d'Appello qualora venga posta la questione al suo giudizio, dettando di fatto la sentenza della stessa che alla luce di questo non potrà mai essere totalmente imparziale

adesso vi mostro un altra cosa che magari qualcuno di voi ignora, questa è la trascrizione del giuramento che quel ministro che ha compilato il vergognoso comunicato ha pronunciato quando ha assunto le sue funzioni


Citazione :
Io, Sua Eccellenza Monsignor Giovan Matteo Colonna, sono stato nominato Ministro di Grazia e Giustizia del Regno delle Due Sicilie da Sua Maestà Anassimene Cyrille Lèon d'Arborea in data 28 aprile 1463.
Giuro di servire il Regno e Sua Maestà il Re al meglio delle mie possibilità, onorando l’incarico che mi è stato affidato, di aver letto la Costituzione del Regno, di averla compresa e di impegnarmi a rispettarla e lavorare secondo le sue direttive.
Con questo giuramento io, Sua Eccellenza Monsignor Giovan Matteo Colonna, entro a far parte del Concilio Ristretto della Corona e garantisco massima serietà e discrezione nello svolgimento del mio incarico, assicurando totale fedeltà al Regno e alle sue istituzioni.

Mi sembra chiaro che sia venuto meno in modo eclatante al suo giuramento come voi tutti potrete ben constatare, ma non finisce qui purtroppo, ho ancora qualcosa da mostrarvi e sono degli articoli del codice penale regio che vige nel nostro regno

[rp]Art. 7 - Giudice e Pubblico Ministero
Il Pubblico Ministero ed il Giudice hanno il compito di far rispettare ed applicare le norme vigenti.
In assenza di precise disposizioni su una materia, il giudice emetterà il suo verdetto agendo come se fosse il legislatore, ferme restando le disposizioni di cui al libro I del presente codice. [/rp]

[rp]Art. 35 - Attentato alla Costituzione
Commette il reato di attentato alla Costituzione chiunque inciti e/o agisca con il fine di mutare la Costituzione con mezzi non consentiti dall'ordinamento costituzionale e/o metta a rischio la forma monarchica dello Stato.
Per procedere al processo è necessaria l'accusa di un Governatore e/o del Sovrano.
Il reato di attentato alla Costituzione è grave. [/rp]

[rp]Art. 30 - Omessa denuncia
Commette il reato di omessa denuncia chiunque omette di fare tempestiva e pubblica denuncia pur essendo a conoscenza di fatti che possono ragionevolmente integrare i reati di:
1 - ribellione o sovversione;
2 - favoreggiamento della latitanza
3 - spionaggio;
4 - attentato all’unità dello Stato;
5 - attentato alla Costituzione;
Il reato di omessa denuncia è moderato. [/rp]

Il primo riguarda i doveri del pubblico ministero e del giudice vilipeso dal ministro nel comunicato, il secondo il reato di attentato alla costituzione e lascio giudicare ad ognuno di voi se il ministro in questione lo abbia o meno commesso alla luce di quanto abbiamo detto fino ad ora e il terzo, infine, il reato di omessa denuncia, e anche qui lascio giudicare a ognuno di voi se qualcuno ne sia responsabile.

Quale cittadino orgoglioso di questo regno, la mia richiesta è rivolta al nostro Sovrano che dovrebbe garantire il rispetto delle leggi da parte di tutti i cittadini, che abbia il coraggio di prendere posizione contro questo scempio che getta nel ridicolo le istituzioni del Regno dissociandosi da quanto affermato con arroganza dal ministro e ristabilendo la distribuzione delle competenze e soprattutto la dignità delle istituzioni provinciali così gravemente offese e agendo con fermezza contro questi tentativi di infangare l'istituzione stessa che lui rappresenta da parte di persone indegne della fiducia che lui ha loro riposto


Concludo mostrandovi gli ultimi appunti, si tratta dell'articolo della Costituzione che descrive le funzioni del concilio, dove si può vedere che non vi è alcuna immunità dalla legge da parte dei suoi componenti come invece afferma il ministro nel suo comunicato e per ultimo invece quello che descrive la figura del Sovrano

[rp]Articolo 10.
Il Concilio Ristretto è la sede dove si riunisce il governo del Regno.
Il Sovrano ne è a capo, e ne fanno parte di diritto i Governatori e i Ministri.
La nomina dei Ministri è prerogativa unica del Sovrano, il quale potrà cambiarne la composizione del Concilio Ristretto in qualsiasi momento. In qualsiasi caso, la carica dei ministri terminerà col mandato del Sovrano che li ha nominati.
I Ministri consigliano e rappresentano il Sovrano negli ambiti da egli stabiliti. Durante lo svolgimento del loro incarico, non potranno ricoprire cariche elettive, pena la perdita dello status da Ministro. Le cariche istituzionali Regie non potranno accettare nessun altro incarico non elettivo, previo consenso del Sovrano. Tutti i Ministri operano in piena autonomia sulla base della fiducia in loro riposta dalla Corona al momento dell'assegnazione del Dicastero.
I membri del Concilio Ristretto sono tenuti alla segretezza oltre che per le informazioni e discussioni del Concilio, anche per quelle presenti nel Parlamento del Regno.
Coloro che non rispetteranno tale obbligo potranno essere processati per alto tradimento, su richiesta del Sovrano. [/rp]

[rp]Articolo 20. Sovrano
Il Sovrano è, in quanto Monarca, l'autorità massima del Regno. E' garante della legalità e dell'imparzialità delle istituzioni del Regno. E' inoltre a capo del governo del Regno e lo rappresenta nella sua unità sia all'interno che all'esterno.
Il Sovrano non ha autorità decisionale all'interno Consigli Provinciali, ma è garantito a Lui o ad un Suo delegato l'accesso, senza diritto di voto, alle sale Consiliari. E' sua prerogativa decidere l'apertura o chiusura dei confini del Regno. [/rp]

Cari concittadini non ci resta che confidare nella saggezza del nostro Sovrano e che egli sappia spazzare via questa nube che offusca il suo regno, chee sia capace di difendere il suo popolo da questi soprusi e mostrare a tutti noi che egli predilige il suo popolo e la giustizia da esso invocata, grazie a tutti per avermi ascoltato

quando scese dal cumulo di casse ancora si sentiva il fragoroso applauso della gente che esitava a disperdersi
Il pensatore lo sapeva che il sovrano nulla avrebbe fatto per dare giustizia, ma nel suo intimo la fiammella della speranza di un Re degno di chiamarsi tale che dimostrasse davvero quelli che erano i suoi doveri ardeva con forza, e chissà che magari potesse tramutarsi in realtà.

dopo aver messo in spalla la bisaccia ormai vuota, addentando un tozzo di pane raffermo, si mise in cammino


Ultima modifica di Fabioilbello il 21/05/15, 05:04 am - modificato 3 volte.
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Fabioilbello



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MessaggioTitolo: Re: De responsum ad veram iustitiam De responsum ad veram iustitiam Empty21/05/15, 04:58 am

Ecco le mie risposte ad ogni accusa, in seguito le raggrupperò in un comunicato:
(siccome trovo affascinante il colore celestiale come mi disse qualcuno (non ricordo chi, userò il blu per scrivere i miei commenti)

Trovo importante sottolineare parti diverse del discorso rispetto al "pensatore"

Citazione :
LIBRO 0 - Premessa

Nel giorno XIII Giugno, A.D. MCDLX, S.M. il Re ed il Parlamento del Regno si sono riuniti per discutere ed approvare una nuova Costituzione per le Due Sicilie, che garantisca prosperità e stabilità al Regno e al suo Popolo.
Ai principi stabiliti in questa Carta devono rifarsi i legislatori delle Province Regie, le istituzioni ed i cittadini.
Tutti i sottoposti della Corona Duosiciliana devono conoscere e sottostare ai diritti e ai doveri sanciti dalla presente Carta. L'ignoranza della legge non è ammessa.
Il Regno delle Due Sicilie è una Monarchia Costituzionale Elettiva, al cui vertice c'è il Sovrano.
La Corona s'impegna a rispettare la Costituzione e ad esercitare il legittimo interesse del Popolo affinchè ne venga sempre garantita l'applicazione.

Affinchè si garantisca un'applicazione corretta della costituzione, salvaguardiamo i ministri perchè se incriminati nel loro esercizio, incriminiamo il re, e non avremo mica intenzione di processare IL VERTICE DELLO STATO?

Passiamo poi alla carrellata degli articoli costituzionali che non fanno che darmi ragione:
Citazione :
Articolo 1. Dei Cittadini DuoSiciliani
Tutti gli individui residenti in una Provincia del Regno delle Due Sicilie sono eguali davanti alla legge. Il Regno delle Due Sicilie riconosce e tutela le diversità sociali di ceto di ognuno. Ogni Provincia del Regno delle Due Sicilie riconosce gli stessi diritti e doveri, anche ereditari, ai figli adottivi, che siano di un singolo individuo o di una coppia.

Volendo tutelare il ceto MASSIMO presente nel regno quale quello del re, troviamo necessario non condannare una sua estensione esecutiva.

Citazione :
Articolo 4. Della fedeltà e del rispetto delle leggi
Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli e di osservarne le leggi del Regno delle Due Sicilie e della Provincia nella quale risiedono. Gli stranieri, ovvero i non residenti all'interno di una Provincia del Regno delle Due Sicilie, devono anch’essi rispettare le norme vigenti, salvo trattati che diano particolari privilegi.
Articolo 6.
Il Regno è una Monarchia costituzionale elettiva unitaria. Il Regno rispetta le autonomie provinciali, rappresentate dai Consigli Provinciali

Mai smesso di osservare le leggi della costituzione o quelle provinciali. Con il nostro comunicato abbiamo solo sottolineato quello che ai nostri occhi pareva evidente e forse agli occhi di un altro no.
Mai mancato di rispetto alle autonomie provinciali, se vogliamo scambiare il far notare gli errori in modo costruttivo con questo, allora è un altro paio di maniche.


Citazione :
SUO DISCORSO PERSONALE: Dalla vostra reazione proseguì vedo che siete giunti alle stesse mie conclusioni, che quel comunicato infrange tutti questi articoli della costituzione e inoltre costituisce una indebita ingerenza nella giustizia da parte di chi era invece incaricato di farla rispettare e una assurda e vergognosa pressione sulla Corte d'Appello qualora venga posta la questione al suo giudizio, dettando di fatto la sentenza della stessa che alla luce di questo non potrà mai essere totalmente imparziale

Non infrangendo nessun articolo non mi sento in errore. Inoltre credo di poter trovare qualche fantastico capo di accusa per chi incolpa le mie parole di voler fare pressione sulla CAD semplicemente invitando questa a far emergere la giustizia a seguito della richiesta d'appello.


Del giuramento non mi soffermerò a discutere perché trovare discordanze nel mio comunicato e in questo è una sciocchezza a parer mio, nel caso comunque valgono le dichiarazioni sugli articoli precedenti.

Citazione :
Art. 7 - Giudice e Pubblico Ministero
Il Pubblico Ministero ed il Giudice hanno il compito di far rispettare ed applicare le norme vigenti.
In assenza di precise disposizioni su una materia, il giudice emetterà il suo verdetto agendo come se fosse il legislatore, ferme restando le disposizioni di cui al libro I del presente codice.

Questa è la parte che mi diverte di più. Vediamo, la costituzione dice espressamente che il ministro è estensione del potere esecutivo del Re, ovviamente nell'esercizio delle sue funzioni, ora, poichè non è presente nessun articolo che parli espressamente di questa cosa ma a nessun uomo con il sale in zucca verrebbe in mente di condannare un re, il giudice ha sbagliato non "legiferando" o "mal interpretando il compito del ministro".

Citazione :
Art. 35 - Attentato alla Costituzione
Commette il reato di attentato alla Costituzione chiunque inciti e/o agisca con il fine di mutare la Costituzione con mezzi non consentiti dall'ordinamento costituzionale e/o metta a rischio la forma monarchica dello Stato.
Per procedere al processo è necessaria l'accusa di un Governatore e/o del Sovrano.
Il reato di attentato alla Costituzione è grave.

Ho detto mai, e che una serpe mi mangi la lingua, di voler modificare la costituzione con dei sotterfugi? O ho incitato per caso qualcuno di voi? piuttosto lui, e il giudice, con questa difesa e quella condanna mettono a rischio la nostra forma monarchica.
Per l'art. 30 vedi risposta sopra.


Citazione :
Articolo 10.
Il Concilio Ristretto è la sede dove si riunisce il governo del Regno.
Il Sovrano ne è a capo, e ne fanno parte di diritto i Governatori e i Ministri.
La nomina dei Ministri è prerogativa unica del Sovrano, il quale potrà cambiarne la composizione del Concilio Ristretto in qualsiasi momento. In qualsiasi caso, la carica dei ministri terminerà col mandato del Sovrano che li ha nominati.
I Ministri consigliano e rappresentano il Sovrano negli ambiti da egli stabiliti. Durante lo svolgimento del loro incarico, non potranno ricoprire cariche elettive, pena la perdita dello status da Ministro. Le cariche istituzionali Regie non potranno accettare nessun altro incarico non elettivo, previo consenso del Sovrano. Tutti i Ministri operano in piena autonomia sulla base della fiducia in loro riposta dalla Corona al momento dell'assegnazione del Dicastero.
I membri del Concilio Ristretto sono tenuti alla segretezza oltre che per le informazioni e discussioni del Concilio, anche per quelle presenti nel Parlamento del Regno.
Coloro che non rispetteranno tale obbligo potranno essere processati per alto tradimento, su richiesta del Sovrano.
Articolo 20. Sovrano
Il Sovrano è, in quanto Monarca, l'autorità massima del Regno. E' garante della legalità e dell'imparzialità delle istituzioni del Regno. E' inoltre a capo del governo del Regno e lo rappresenta nella sua unità sia all'interno che all'esterno.
Il Sovrano non ha autorità decisionale all'interno Consigli Provinciali, ma è garantito a Lui o ad un Suo delegato l'accesso, senza diritto di voto, alle sale Consiliari. E' sua prerogativa decidere l'apertura o chiusura dei confini del Regno.

Ditemi voi se una legge può esser più chiara se non definendo i ministri come rappresentanti del sovrano nei loro ambiti, e ditemi ancora se è possibile, proprio in ragione di questo, condannare qualcuno che rappresenti la più alta autorità del regno quale - addirittura - garante delle istituzioni

Grazie per il divertente ascolto!
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Elviano

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Maschio
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MessaggioTitolo: Re: De responsum ad veram iustitiam De responsum ad veram iustitiam Empty21/05/15, 09:03 am


Ottimo lavoro Ministro, vorrei farvi notare a mio dire che si potrebbe introdurre a sostengo della nostra
tesi l'ingiusta applicazione dell'articolo 27 del CpR, ove recita :


Citazione :
Art. 27 - Omissione o abuso di atti d’ufficio
Commette il reato di omissione o abuso di atti d’ufficio:
1 - il funzionario della Prefettura che ritardi artificiosamente la presentazione di una denuncia ovvero ometta di presentarla in maniera veritiera indicando ogni elemento utile a perseguire l’imputato;
2 - il Pubblico Ministero che, al fine di evitare la condanna di taluno, ometta di procedere o di indicare prove decisive per grave negligenza o in mala fede;
3 - il Giudice che ometta di applicare la legge o la interpreti in maniera del tutto avulsa dal suo tenore letterale per grave negligenza o in mala fede;
4 - il titolare di una carica che ometta o ritardi in misura significativa il compimento di un atto imposto dalla legge regia o provinciale ovvero eserciti una sua prerogativa senza ottenere le necessarie autorizzazioni ove esse siano richieste dalla legge regia o provinciale (es. rendiconti dei sindaci, preavviso di dimissioni, imposizione delle tasse ecc.).
L’omissione o l’abuso di atti d’ufficio è un reato moderato.

-Come possiamo vedere il testo in questione, in base ad un'interpretazione esegetica, lascerebbe
intendere che l'ambito d'applicazione della norma, debba essere limitata esclusivamente ai funzionari
provinciali e non ad un ministro come nella fattispecie in questione-
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MessaggioTitolo: Re: De responsum ad veram iustitiam De responsum ad veram iustitiam Empty21/05/15, 12:44 pm

secondo me può essere utile sottolineare una cosa: quando si dice

Citazione :
salvaguardiamo i ministri perchè se incriminati nel loro esercizio

io specificherei proprio che si parla di un esercizio chiaramente descritto dal dettato Costituzionale, e non arbitrario.
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Nymerias

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MessaggioTitolo: Re: De responsum ad veram iustitiam De responsum ad veram iustitiam Empty21/05/15, 02:41 pm

Per me una risposta ci può stare, anche se è una discussione che non finirà mai.. Very Happy
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Fabioilbello



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MessaggioTitolo: Re: De responsum ad veram iustitiam De responsum ad veram iustitiam Empty22/05/15, 03:44 am

Questa è la lettera che il vecchio ministro mi ha spedito, essendo indirizzata a tutto il concilio ve la porto:

Citazione :
A Sua Eccellenza Monsignor Giovan Matteo Colonna, Real Ministro di Grazie e Giustizia,
Al Concilio Ristretto della Corona tutto,

Questa nostra per ringraziarVi delle parole spese nei nostri confornti con il comunicato del ventesimo giorno di Maggio.
E' per noi motivo di grande sincerità informarVi che mai abbiamo sentito il Regno e il Concilio lontano dalla questione e ciò è confermato dal nostro voler ringraziarVi.

La nostra persona è sempre al servizio del Regno e del Concilio tutto ed è disposta a mettere la prorpia vita in discussione affinchè esso possa trionfare.

Giungano a Voi i nostri più sinceri e affettivi omaggi.

Scritto a Silvi il ventunesimo giorno del quinto mese dell'anno di Grazia 1463

Diego II dei Lancia
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Fabioilbello



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MessaggioTitolo: Re: De responsum ad veram iustitiam De responsum ad veram iustitiam Empty22/05/15, 04:56 am

[quote="Fabioilbello"][rp]
                  De responsum ad veram iustitiam 156zc4i


                Comunicazione dal Ministero di Grazia e Giustizia


All'attenzione dei cittadini Duosiciliani,
A coloro che si dicono insoddisfatti dal nostro precedente comunicato,

A chiunque leggerà, salve.
Abbiamo udito voci riguardanti alcune dichiarazioni da parte di personaggi sconosciuti ai più, a riguardo del nostro precedente comunicato emanato il 20 maggio scorso.
Teniamo con la presente a voler placare gli animi di chiunque abbia inteso evidentemente in modo erroneo il nostro cartiglio.
Ci soffermeremo innanzitutto ad espletare il perché il nostro comunicato non è per nessuna ragione una dichiarazione atta allo svolgersi di crudeltà.
Nell'esercizio delle nostre funzioni di Ministro Regio di Grazia e Giustizia, e quindi in qualità di estensione del Sovrano nell'ambito della Giurisprudenza, teniamo a cuore il rispetto dello Stato e delle sue leggi. Questo ruolo ci costringe, qualora ce ne accorgessimo, di comunicare secondo le nostre possibilità delle questioni riguardanti degli errori in ogni ambito a noi assegnato.
Nessuno potrebbe, in lume della sua ragione, reclamare se alla nostra attenzione un determinato processo è erroneo. Teniamo a sottolineare che mai la nostra persona ha prodotto una sentenza in qualità di Ministro della Giustizia ma ha, tuttalpiù, richiesto che questo o quel processo fosse posto sotto l'attenzione dell'organo più elevato della Giustizia nel Regno, quale la Corte d'Appello Duosiciliana.
Senza nulla togliere al ruolo di qualsivoglia pescatore, compito fondamentale per la nostra economia, che pare aver esclamato in piazza con dei cartigli contro di noi, chiediamo a chiunque abbia la competenza di guardare ai nostri comunicati con uno sguardo obbiettivo e non con rabbia e crudeltà.

Procederemo in secondo luogo ad esprimere le nostre risposte a tali cartigli e ci spiaciamo doverlo fare in osservanza della veemenza con cui sono stati sottoposti in piazza.
Tutti gli articoli riportati dal pescatore, sono si articoli veri ma non vanno interpretati in modo erroneo. Ogni legge va considerata nella sua interezza e non soltanto estrapolandone dal discorso alcuni pezzi che possono quindi giungere modificati alle orecchie di chi ascolta.
Chiunque leggerà ci perdonerà per il nostro dilungarci e per l'elenco affannoso che elencheremo di seguito:


- Per quanto concerne "la premessa" essa cita, oltre le parti evidenziate nel discorso anche la seguente frase:
Citazione :
LIBRO 0 - Premessa
Nel giorno XIII Giugno, A.D. MCDLX, S.M. il Re ed il Parlamento del Regno si sono riuniti per discutere ed approvare una nuova Costituzione per le Due Sicilie, che garantisca prosperità e stabilità al Regno e al suo Popolo.
Ai principi stabiliti in questa Carta devono rifarsi i legislatori delle Province Regie, le istituzioni ed i cittadini.
Tutti i sottoposti della Corona Duosiciliana devono conoscere e sottostare ai diritti e ai doveri sanciti dalla presente Carta. L'ignoranza della legge non è ammessa.
Il Regno delle Due Sicilie è una Monarchia Costituzionale Elettiva, al cui vertice c'è il Sovrano.
La Corona s'impegna a rispettare la Costituzione e ad esercitare il legittimo interesse del Popolo affinchè ne venga sempre garantita l'applicazione.

Vogliamo sottolineare come a parer nostro, un applicazione corretta della costituzione è garantita anche dalla salvaguardia dei ministri, nell'esercizio delle loro funzioni in quanto in questi atti rappresentano il Re stesso, e come cita lo stesso punto, egli è la massima carica dello stato, ne è al vertice. Nessuno stato che si dica Monarchia può condannare un Sovrano.


- Per quanto concerne "l'Articolo 1" esso cita, come prima, oltre le parti evidenziate nel discorso anche la seguente frase:
Citazione :
Articolo 1. Dei Cittadini DuoSiciliani
Tutti gli individui residenti in una Provincia del Regno delle Due Sicilie sono eguali davanti alla legge. Il Regno delle Due Sicilie riconosce e tutela le diversità sociali di ceto di ognuno. Ogni Provincia del Regno delle Due Sicilie riconosce gli stessi diritti e doveri, anche ereditari, ai figli adottivi, che siano di un singolo individuo o di una coppia.

Aggiungiamo una citazione che proviene dal codice penale regio all'Articolo 2 del primo libro:

Citazione :
La legge penale è vincolante per tutti, fatti salvi i privilegi riconosciuti dai trattati internazionali o dalla legge del Regno.

E' vero si che ogni cittadino è uguale davanti la legge, ma esistono delle norme che modificano questa concezione troppo ampia, prendiamo ad esempio un ambasciatore di uno stato estero oppure un militare che infrange la legge durante lo stato di guerra. A loro sono concesse delle differenze nel giudizio (non possibilità di processo, processo in corte marziale) in virtù del fatto che il loro ceto ha delle regolamentazioni differenziate. Ovviamente lungi da noi pensare che ad un Ministro possa essere perdonato tutto, se questo commette un furto verrà additato come ladro e condannato per il suo infimo atto. Nel momento in cui un ministro, nell'agire come tale nel suo ambito di competenza fa un azione è semplicemente, e userò un'espressione comprensibile ai più, "braccio del Re". Considerando quindi quest'ultimo come il ceto (reale) più elevato nel Regno a cui nessuno mai penserebbe di comminare una condanna, non vediamo come sia possibile condannare un ministro nell'atto delle sue funzioni.


- Per quanto concerne "gli Articoli 4 e 6":
Citazione :
Articolo 4. Della fedeltà e del rispetto delle leggi
Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli e di osservarne le leggi del Regno delle Due Sicilie e della Provincia nella quale risiedono. Gli stranieri, ovvero i non residenti all'interno di una Provincia del Regno delle Due Sicilie, devono anch’essi rispettare le norme vigenti, salvo trattati che diano particolari privilegi.
Articolo 6.
Il Regno è una Monarchia costituzionale elettiva unitaria. Il Regno rispetta le autonomie provinciali, rappresentate dai Consigli Provinciali

Nell'emanare il nostro comunicato mai abbiamo smesso di osservare le leggi Provinciali, sottolineare quello che ai nostri occhi è un errore non può mai essere un modo di disconoscere autonomia provinciale o di mancargli di rispetto.


- Per quanto concerne il discorso avvenuto senza cartigli e per i disappunti contro il nostro Giuramento al Regno, vogliamo rimandare alla lettura di tutto il nostro comunicato. Le parole espresse da quell'uomo sconosciuto sono evidentemente intrinseche di odio e nulla di più.

- Per quanto concerne "l'Articolo 7" citato dal codice penale:
Citazione :
Art. 7 - Giudice e Pubblico Ministero
Il Pubblico Ministero ed il Giudice hanno il compito di far rispettare ed applicare le norme vigenti.
In assenza di precise disposizioni su una materia, il giudice emetterà il suo verdetto agendo come se fosse il legislatore, ferme restando le disposizioni di cui al libro I del presente codice.


Sono cose che nessuno mai ha messo in dubbio, anzi, proprio il fatto che egli debba far rispettare la legge ci ha sollevato ed ha richiesto un nostro comunicato.
Come abbiamo provveduto saggiamente a fare.

- Per quanto concerne "l'Articolo 35" citato dal codice penale:
Citazione :
Art. 35 - Attentato alla Costituzione
Commette il reato di attentato alla Costituzione chiunque inciti e/o agisca con il fine di mutare la Costituzione con mezzi non consentiti dall'ordinamento costituzionale e/o metta a rischio la forma monarchica dello Stato.
Per procedere al processo è necessaria l'accusa di un Governatore e/o del Sovrano.
Il reato di attentato alla Costituzione è grave.

Mai, come uomo, ho detto di voler modificare la costituzione tramite dei sotterfugi. Non ho mai incitato, inoltre, nessuno a fare lo stesso. L'unica colpa che mi si può concedere in questo ambito è quello di aver voluto far emergere il nostro parere riguardo un processo che invece, secondo noi, mette a rischio la forma monarchica dello stato. Prendo comunque questa "colpa" come una medaglia sul cuore per aver salvaguardato, nelle mie possibilità e nei miei doveri la monarchia.

- Per quanto concerne "l'Articolo 10 e 20"
Citazione :
Articolo 10.
Il Concilio Ristretto è la sede dove si riunisce il governo del Regno.
Il Sovrano ne è a capo, e ne fanno parte di diritto i Governatori e i Ministri.
La nomina dei Ministri è prerogativa unica del Sovrano, il quale potrà cambiarne la composizione del Concilio Ristretto in qualsiasi momento. In qualsiasi caso, la carica dei ministri terminerà col mandato del Sovrano che li ha nominati.
I Ministri consigliano e rappresentano il Sovrano negli ambiti da egli stabiliti. Durante lo svolgimento del loro incarico, non potranno ricoprire cariche elettive, pena la perdita dello status da Ministro. Le cariche istituzionali Regie non potranno accettare nessun altro incarico non elettivo, previo consenso del Sovrano. Tutti i Ministri operano in piena autonomia sulla base della fiducia in loro riposta dalla Corona al momento dell'assegnazione del Dicastero.
I membri del Concilio Ristretto sono tenuti alla segretezza oltre che per le informazioni e discussioni del Concilio, anche per quelle presenti nel Parlamento del Regno.
Coloro che non rispetteranno tale obbligo potranno essere processati per alto tradimento, su richiesta del Sovrano.
Articolo 20. Sovrano
Il Sovrano è, in quanto Monarca, l'autorità massima del Regno. E' garante della legalità e dell'imparzialità delle istituzioni del Regno. E' inoltre a capo del governo del Regno e lo rappresenta nella sua unità sia all'interno che all'esterno.
Il Sovrano non ha autorità decisionale all'interno Consigli Provinciali, ma è garantito a Lui o ad un Suo delegato l'accesso, senza diritto di voto, alle sale Consiliari. E' sua prerogativa decidere l'apertura o chiusura dei confini del Regno.

Una legge non può che essere più chiara. Non ci possono essere dubbi di interpretazione. Ripeto ancora una volta poichè il concetto sembra non essere chiaro sin'ora: I ministri rappresentano nelle loro funzioni il Re, questo è la massima carica dello stato e rappresenta solo egli la legalità e l'imparzialità.
Cercherò di spiegarvi tramite un esempio matematico tramite un allegato a questo comunicato, disciplina che ho avuto l'onore di conoscere grazie agli studi fatti in gioventù nella speranza che, qualora le parole non siano chiare lo siano almeno i numeri.


Ventiduesimo giorno del quinto mese dell'anno di Grazia 1463
Sua Eccellenza Monsignor Giovan Matteo Colonna,
in qualità di Ministro Regio di Grazia e Giustizia.


Ultima modifica di Fabioilbello il 22/05/15, 05:00 am - modificato 2 volte.
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Fabioilbello



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MessaggioTitolo: Re: De responsum ad veram iustitiam De responsum ad veram iustitiam Empty22/05/15, 04:57 am

SCRITTO VELOCEMENTE, domani riguardo, modifico e se riesco a beccarvi ricevendo autorizzazione dopo una chiacchierata, posto.
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MessaggioTitolo: Re: De responsum ad veram iustitiam De responsum ad veram iustitiam Empty24/05/15, 07:22 pm

Aspettiamo la versione definitiva
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MessaggioTitolo: Re: De responsum ad veram iustitiam De responsum ad veram iustitiam Empty24/05/15, 09:14 pm

ma secondo me va benissimo anche così Fabio, se devi apportare qualche modifica attendiamo
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Fabioilbello



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MessaggioTitolo: Re: De responsum ad veram iustitiam De responsum ad veram iustitiam Empty25/05/15, 06:21 pm

ECCO IL COMUNICATO MODIFICATO:

[quote="Fabioilbello"][rp]
                  De responsum ad veram iustitiam 156zc4i


                Comunicazione dal Ministero di Grazia e Giustizia


All'attenzione dei cittadini Duosiciliani,

A chiunque leggerà, salve.
Abbiamo udito voci riguardanti alcune dichiarazioni da parte di personaggi sconosciuti ai più, a riguardo del nostro comunicato emanato il 20 maggio scorso.
Teniamo con la presente a voler placare gli animi di chiunque abbia inteso evidentemente in modo erroneo il nostro cartiglio.
Ci soffermeremo innanzitutto ad espletare il perché il nostro comunicato non è per nessuna ragione una dichiarazione atta allo svolgersi di crudeltà.
Nell'esercizio delle nostre funzioni di Ministro Regio di Grazia e Giustizia, e quindi in qualità di estensione del Sovrano nell'ambito della Giurisprudenza, teniamo a cuore il rispetto dello Stato e delle sue leggi. Questo ruolo ci costringe, qualora ce ne accorgessimo, di comunicare secondo le nostre possibilità delle questioni riguardanti degli errori in ogni ambito a noi assegnato.
Nessuno potrebbe, in lume della ragione, reclamare se alla nostra attenzione un determinato processo è erroneo. Teniamo a sottolineare che mai la nostra persona ha prodotto una sentenza in qualità di Ministro della Giustizia ma ha, tuttalpiù, richiesto che questo o quel processo fosse posto sotto l'attenzione dell'organo più elevato della Giustizia nel Regno, quale la Corte d'Appello Duosiciliana.
Senza nulla togliere al ruolo di qualsivoglia pescatore, compito fondamentale per la nostra economia, che pare aver esclamato in piazza con dei cartigli contro di noi, chiediamo a chiunque abbia la competenza di guardare ai nostri comunicati con uno sguardo obbiettivo e non con ira e irragionevolezza.

Procederemo in secondo luogo ad esprimere le nostre risposte a tali cartigli, spiacendoci di doverlo fare in osservanza della veemenza con cui sono stati sottoposti in piazza.
Tutti gli articoli riportati dal pescatore, sono si articoli esistenti ma, questi, non vanno interpretati in modo erroneo. Ogni legge andrebbe considerata nella sua interezza e non soltanto estrapolandone dal discorso alcuni pezzi che possono quindi giungere modificati alle orecchie di chi ascolta.
Chiunque leggerà ci perdonerà per il nostro dilungarci, la ridondanza e per tutto ciò che, con affanno, elencheremo di seguito:


1) Per quanto concerne "la premessa" essa cita, oltre le parti evidenziate nel discorso anche la seguente frase:
Citazione :
LIBRO 0 - Premessa
Nel giorno XIII Giugno, A.D. MCDLX, S.M. il Re ed il Parlamento del Regno si sono riuniti per discutere ed approvare una nuova Costituzione per le Due Sicilie, che garantisca prosperità e stabilità al Regno e al suo Popolo.
Ai principi stabiliti in questa Carta devono rifarsi i legislatori delle Province Regie, le istituzioni ed i cittadini.
Tutti i sottoposti della Corona Duosiciliana devono conoscere e sottostare ai diritti e ai doveri sanciti dalla presente Carta. L'ignoranza della legge non è ammessa.
Il Regno delle Due Sicilie è una Monarchia Costituzionale Elettiva, al cui vertice c'è il Sovrano.
La Corona s'impegna a rispettare la Costituzione e ad esercitare il legittimo interesse del Popolo affinchè ne venga sempre garantita l'applicazione.

Vogliamo sottolineare come a parer nostro, un applicazione corretta della costituzione è garantita anche dalla salvaguardia dei ministri, nell'esercizio delle loro funzioni in quanto in questi atti rappresentano il Re stesso, e come cita lo stesso punto, egli è la massima carica dello stato, ne è al vertice. Nessuno stato che si dica Monarchia può condannare un Sovrano e di conseguenza una sua estensione.


2) Per quanto concerne "l'Articolo 1" esso cita, come prima, oltre le parti evidenziate nel discorso anche la seguente frase:
Citazione :
Articolo 1. Dei Cittadini DuoSiciliani
Tutti gli individui residenti in una Provincia del Regno delle Due Sicilie sono eguali davanti alla legge. Il Regno delle Due Sicilie riconosce e tutela le diversità sociali di ceto di ognuno. Ogni Provincia del Regno delle Due Sicilie riconosce gli stessi diritti e doveri, anche ereditari, ai figli adottivi, che siano di un singolo individuo o di una coppia.

Aggiungiamo una citazione che proviene dal codice penale regio all'Articolo 2 del primo libro:

Citazione :
La legge penale è vincolante per tutti, fatti salvi i privilegi riconosciuti dai trattati internazionali o dalla legge del Regno.

E' vero si che ogni cittadino è uguale davanti la legge, ma esistono delle norme che modificano questa concezione troppo ampia, prendiamo ad esempio un ambasciatore di uno stato estero oppure un militare che infrange la legge durante lo stato di guerra. A loro sono concesse delle differenze nel giudizio (non possibilità di processo, processo in corte marziale) in virtù del fatto che il loro ceto ha delle regolamentazioni differenziate. Ovviamente lungi da noi pensare che ad un Ministro possa essere perdonato tutto, se questo commette un furto verrà additato come ladro e condannato per il suo infimo atto. Nel momento, però, in cui un ministro, nell'agire come tale nel suo ambito di competenza fa un azione è semplicemente, e userò un'espressione comprensibile ai più, "braccio del Re". Considerando quindi quest'ultimo come il ceto (reale) più elevato nel Regno a cui nessuno mai penserebbe di comminare una condanna, non vediamo come sia possibile condannare un ministro nell'atto delle sue funzioni.


3) Per quanto concerne "gli Articoli 4 e 6":
Citazione :
Articolo 4. Della fedeltà e del rispetto delle leggi
Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli e di osservarne le leggi del Regno delle Due Sicilie e della Provincia nella quale risiedono. Gli stranieri, ovvero i non residenti all'interno di una Provincia del Regno delle Due Sicilie, devono anch’essi rispettare le norme vigenti, salvo trattati che diano particolari privilegi.
Articolo 6.
Il Regno è una Monarchia costituzionale elettiva unitaria. Il Regno rispetta le autonomie provinciali, rappresentate dai Consigli Provinciali

Nell'emanare il nostro comunicato mai abbiamo smesso di osservare le leggi Provinciali, sottolineare quello che ai nostri occhi è un errore non può mai essere un modo di disconoscere autonomia provinciale o di mancargli di rispetto.


4) Per quanto concerne il discorso avvenuto senza cartigli e per i disappunti contro il nostro Giuramento al Regno, vogliamo rimandare alla lettura di tutto il nostro comunicato. Le parole espresse da quell'uomo sconosciuto sono evidentemente intrinseche di odio e nulla di più.

5) Per quanto concerne "l'Articolo 7" citato dal codice penale:
Citazione :
Art. 7 - Giudice e Pubblico Ministero
Il Pubblico Ministero ed il Giudice hanno il compito di far rispettare ed applicare le norme vigenti.
In assenza di precise disposizioni su una materia, il giudice emetterà il suo verdetto agendo come se fosse il legislatore, ferme restando le disposizioni di cui al libro I del presente codice.


Sono cose che nessuno mai ha messo in dubbio, anzi, proprio il fatto che egli debba far rispettare la legge ci ha sollevato ed ha richiesto un nostro comunicato. Come abbiamo, d'altronde, provveduto saggiamente a fare.

6) Per quanto concerne "l'Articolo 35" citato dal codice penale:
Citazione :
Art. 35 - Attentato alla Costituzione
Commette il reato di attentato alla Costituzione chiunque inciti e/o agisca con il fine di mutare la Costituzione con mezzi non consentiti dall'ordinamento costituzionale e/o metta a rischio la forma monarchica dello Stato.
Per procedere al processo è necessaria l'accusa di un Governatore e/o del Sovrano.
Il reato di attentato alla Costituzione è grave.

Mai, come uomo, ho detto di voler modificare la costituzione tramite dei sotterfugi. Non ho mai incitato, inoltre, nessuno a fare lo stesso. L'unica colpa che mi si può concedere in questo ambito è quello di aver voluto far emergere il nostro parere riguardo un processo che invece, secondo noi, mette a rischio la forma monarchica dello stato. Prendo comunque questa "colpa" come una medaglia sul cuore per aver salvaguardato, nelle mie possibilità e nei miei doveri la monarchia.

7) Per quanto concerne "l'Articolo 10 e 20"
Citazione :
Articolo 10.
Il Concilio Ristretto è la sede dove si riunisce il governo del Regno.
Il Sovrano ne è a capo, e ne fanno parte di diritto i Governatori e i Ministri.
La nomina dei Ministri è prerogativa unica del Sovrano, il quale potrà cambiarne la composizione del Concilio Ristretto in qualsiasi momento. In qualsiasi caso, la carica dei ministri terminerà col mandato del Sovrano che li ha nominati.
I Ministri consigliano e rappresentano il Sovrano negli ambiti da egli stabiliti. Durante lo svolgimento del loro incarico, non potranno ricoprire cariche elettive, pena la perdita dello status da Ministro. Le cariche istituzionali Regie non potranno accettare nessun altro incarico non elettivo, previo consenso del Sovrano. Tutti i Ministri operano in piena autonomia sulla base della fiducia in loro riposta dalla Corona al momento dell'assegnazione del Dicastero.
I membri del Concilio Ristretto sono tenuti alla segretezza oltre che per le informazioni e discussioni del Concilio, anche per quelle presenti nel Parlamento del Regno.
Coloro che non rispetteranno tale obbligo potranno essere processati per alto tradimento, su richiesta del Sovrano.
Articolo 20. Sovrano
Il Sovrano è, in quanto Monarca, l'autorità massima del Regno. E' garante della legalità e dell'imparzialità delle istituzioni del Regno. E' inoltre a capo del governo del Regno e lo rappresenta nella sua unità sia all'interno che all'esterno.
Il Sovrano non ha autorità decisionale all'interno Consigli Provinciali, ma è garantito a Lui o ad un Suo delegato l'accesso, senza diritto di voto, alle sale Consiliari. E' sua prerogativa decidere l'apertura o chiusura dei confini del Regno.

Una legge non può che essere più chiara. Non ci possono essere dubbi di interpretazione. Ripeto ancora una volta poichè il concetto sembra non essere chiaro sin'ora: I ministri rappresentano nelle loro funzioni il Re, questo è la massima carica dello stato e rappresenta solo egli la legalità e l'imparzialità.


Certi che il nostro comunicato abbia chiarito ogni dubbio legato al nostro precedente, nella speranza che possa emergere la vera giustizia e sicuri che mai nel Regno avverranno azioni atti a denigrare la Monarchia,

Venticinquesimo giorno del quinto mese dell'anno di Grazia 1463
Sua Eccellenza Monsignor Giovan Matteo Colonna,
in qualità di Ministro Regio di Grazia e Giustizia.
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MessaggioTitolo: Re: De responsum ad veram iustitiam De responsum ad veram iustitiam Empty25/05/15, 06:26 pm

aggiungiamo al comunicato che oggi pubblicheremo una considerazione che porta fregio alla nostra causa:

dunque, per opportuna consapevolezza di tutto il concilio... vorrei farvi notare come paneb abbia chiesto udienza al re per chiedergli se concordava con il mio comunicato. Vi invito a non fermarvi al "lo ha fatto per capire" ma piuttosto comprendere che questa mossa è provocata dalla paura di vedere la sua condanna annullata. Egli ha chiesto nella speranza che il re risponda che era una mia personale attività il precedente comunicato, in modo da avere prove a sostegno riguardo il fatto che un ministro NON è estensione del sovrano, quando Anacleto avrà risposto che quel comunicato rappresenta, in quanto ministeriale, la voce del re sull'argomento, lo stesso comunicato non sarà più discutibile e tutti i suoi contenuti avranno una consistenza di parola regia (anche se lo erano pure prima di questa risposta, ma ora non potranno appigliarsi a nulla.)
Pertanto, anche la cad si vedrà costretta a considerarlo come il parere della più alta carica istituzionale e come termine vincolante per il verdetto.

Nulla può contrastare il giusto processo della vera giustizia.
Gioiamo insieme Very Happy king cheers cheers cheers cheers
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MessaggioTitolo: Re: De responsum ad veram iustitiam De responsum ad veram iustitiam Empty25/05/15, 09:24 pm

hm, fondamentalmente il colloquio tra paneb e il re non è finito ne è pubblico.. però son d'accordo con quanto da te esposto. Per me va benissimo.
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Fabioilbello



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MessaggioTitolo: Re: De responsum ad veram iustitiam De responsum ad veram iustitiam Empty25/05/15, 11:31 pm

Non è pubblico, ma tanto questi giocano come player non come pg. Nonostante io come player riesca a vedere mille cose sostengo il fatto che il mio pg non sappia mai della festa data in italica a cui non ha partecipato ma siamo pochissimi a fare così. A fine della conversazione il re vorrà sicuramente divulgare un comunicato che visto il dubbio sollevato da paneb deve essere chiarito a tutti. Very Happy
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darkoiii



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MessaggioTitolo: Re: De responsum ad veram iustitiam De responsum ad veram iustitiam Empty26/05/15, 02:28 am

Fabius, non è per fare l'avvocato dello scemolo.
Però, sebbene il tuo comunicato mi abbia fatto spanciare, lo ho trovato un po' "pesante".

Mi spiego: forzare la mano, e far passare l'equazione "offendere un ministro" = "offendere il re", non solo blinda dal punto di vista giuridico delle figure che vuoi o non vuoi non sono il re, ma oltretutto crea, qualora venisse avvalorato in CAD, una giurisprudenza in merito.

Stai equiparando "de facto" i ministri al re.
Io voglio essere condannato se dico porco il re, non se dico porco flapjack.

Inoltre, se non erro sei anche giudice CAD.
Sbilanciarti ben prima che Diego faccia un ricorso eventuale al CAD, pone già di fatto la CAD stessa come non imparziale, bensì come longa manus del re (e quindi, per l'equazione di prima, dei suoi ministri).

In poche parole, ministri impuniti e chi li tocca muore.
Bello finché i ministri siamo noi. E se poi sono loro?

Io non preciserei, che un arcivescovo che si affanna a precisare a un cavolo di pnj ... non s'è mai visto.

Così come il re non si abbassa di certo a dare corda a un paneb qualsiasi, manco fosse Darko (lui sì).
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Fabioilbello



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MessaggioTitolo: Re: De responsum ad veram iustitiam De responsum ad veram iustitiam Empty26/05/15, 04:51 pm

Per quanto riguarda l'imparzialità CAD, mi asterrò, come è previsto dalla legge dal giudizio nel caso in cui rientri nei fatti.
Purtroppo l'equazione è valida SOLO quando il ministro agisce come estensione del sovrano, ovvero quando le sue azioni sono legate agli ambiti assegnati dal re.

Se un ministro degli esteri rifiuta una candidatura di un senatore, non opera per conto del re, quindi è condannabile.
Se un ministro degli interni però lo fa, è voce del re in quel momento.

Comunque, attendo un parere di ana a riguardo, per me non ci sarebbero differenze...
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MessaggioTitolo: Re: De responsum ad veram iustitiam De responsum ad veram iustitiam Empty

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