Incontro crisi nel mediterraneo

Salve a tutti i convenuti. Per chi non mi conoscesse sono Esmeralda Lavinia Rangrandow cancelliere del Regno delle due Sicilie. Ho chiesto personalmente questo incontro per parlare dei fatti occorsi qualche giorno fa vicino alle Calabrie.
Vorrei in qualche modo che in queste sale riuscissimo a parlare serenamente di quanto accaduto e cercare di scongiurare situazioni spiacevoli.
So che ciascuno di noi ha un nemico comune e che potremmo combattere insieme per annientarlo invece di farci la "guerra fra di noi"
Prego quindi tutti di fare uno sforzo per ottenere il risultato migliore.
In questa sala sono stati invitati i rappresentanti di ogni paese facente parte dell'alleanza e un rappresentante di Koiné. Lacio a ciascuno il compito di presentarsi anche se credo che molti di voi si conoscano già

Lucynfer, Ammiraglio dello Sring.

Simone saluta i presenti e và a sedersi

Aveva appena varcato l'uscio, quando Querques vide Sua Maestà, che salutò con un sentito inchino. "Maestà" disse schiarendosi la voce "per me è un onore essere ricevuto da voi, mercè i buoni uffici della Viscontessa, ed è un piacere sapere che in Italia c'è almeno uno Stato sovrano e dei Governanti illuminati che hanno a cuore il bene comune e la pace."

Fece due passi indietro senza voltare la schiena a Sua Maestà e si rivolse all'Ammiraglio Tanissa. "Ammiraglio, è un piacere ed una meraviglia vedervi qui. Per quel poco che abbiamo lavoro insieme ho avuto modo di apprezzare il vostro buon senso, la vostra tenacia e la vostra competenza. Ora che apprendo che siete anche un autorevole ministro di questo ferace Regno credo e spero che questo incontro possa sortire prima di tutto la pace sui mari italiani e poi il resto è nelle mani dell'Altissimo e nelle nostre reciproche volontà di dialogo e di incontro."

Si chinò, baciò la mano alla dama e si sedette.

"Oh, perdonatemi, ammiraglio Lucynfer, non vi avevo scorto" disse Querques alzandosi dalla sedia in senso di rispetto.

Il silenzio cominciava a farsi imbarazzante. A dire il vero Querques non era nemmeno abituato ad incontri del genere: non si era mai trovato in una condizione simile...
Tamburellò con le dita sul tavolo. Non era nervosismo, ma solo un modo per mettere in moto la parola. Si schiarì la voce e rivolgendosi a tutti i presenti disse:
"Maestà, magnifiche signore e signori, proporrei a voi di procedere passo dopo passo. Nel presentarmi ho sottolineato l'importanza della pace sui mari, ma non mi pare che le mie parole siano state accolte con un qualche cenno d'assenso o d'interesse.
Certo, comprendo che ci siamo appena seduti intorno a questo tavolo, mentre ancora le operazioni in mare si vanno svolgendo, ma io vorrei sapere, se mi è lecito chiederlo, se le persone intorno a questo tavolo hanno voglia, intenzione ed interesse a ricomporre la crisi, trovando una soluzione di pace, condivisa, onorevole e dignitosa per tutti le istituzioni e le associazioni qui rappresentate.
Vi chiederei preliminarmente di esprimervi su questa mia prima proposizione e vi ringrazio."
Sistemò meglio gli appunti sparsi che aveva sul tavolo e si appoggiò allo schienale della poltroncina, attendendo di udire la parola degli altri presenti.

Aveva ascoltato con estrema attenzione l'intervento e contravvenendo a quanto lui si era imposto di non interrompere alcuno dei partecipanti riprese la parola per un sol attimo.

"Ammiraglio, non consideratemi scortese. Avete la mia stessa identica contezza della gravità della situazione. Ma ogni parola ha un senso. Io mi trovo a questo tavolo per trovare una soluzione alla crisi ed impedire che questa possa estendersi. Non sono il rappresentante di uno Stato sovrano e per me è molto più difficile tenere insieme i pezzi, che per voi.
Urge una definizione della crisi, ma la fretta non è buona consigliera. Se avessi voluto perdere tempo, non sarei stato io ad esordire. Possiamo giungere velocemente a trovare soluzioni condivise. Ma io ho posto ai presenti in questa sala una prima questione, che è fondamentale per poter proseguire serenamente il nostro ragionamento. E l'Altissimo sa quanto io voglia trovare una soluzione condivisa.
Ripeto ai convenuti nuovamente la domanda, a cui io ho già risposto affermativamente: "le persone intorno a questo tavolo hanno voglia, intenzione ed interesse a ricomporre la crisi, trovando una soluzione di pace, condivisa, onorevole e dignitosa per tutti le istituzioni e le associazioni qui rappresentate.?"
Vi prego di rispondermi. Procederemo più velocemente, se affrontiamo l'intera questione punto per punto e non mettendo tutto insieme in un calderone in cui è difficile trovare tutte le possibili verità.
Vi prego, Tanissa, non sapete quanto vorrei in questo momento parlare al Ministro e non all'Ammiraglio.

Simone aveva ascoltato attentamente sia le parole dell'ammiraglio di Francia e Ministro del Regno che quelle del rappresentante della Koine, appena ebbe notato che lo scambio a due fosse momentaneamente terminato prese la parola.

Se siamo qui oggi, dovrebbe essere già di per sè abbastanza chiaro che non si vogliono inutili battaglie.
Ma una cosa và sottolineata, voi avete detto
"E questo tavolo è finalizzato a porvi fine: una guerra de facto principiata dalla flotta imperiale, affondando una nave, sebbene quel capitano avesse ripetutamente scritto agli aggressori di fare parte della Fratellanza"

Questo mi fà capire semplicemente tre cose, la prima è che ancora non avete capito nulla perchè perseverate a dire flotta imperiale quando di fatto era una flotta mista di 3 alleati.
Secondo tutta questa vostra "guerra" è una scusante per antipatie o vendette rivolte ad alcuni capitani di uno dei tre alleati, perchè se aveste voluto solo vendicare l'affondamento di Zaira non direste una guerra iniziata dall'impero ma semmai dalla Francia visto chi li aveva in bl e chi ha colpito per primo.
Terzo, pensate sul serio che tre alleati come Provenza, Impero e Francia avendo un pirata in bl e davanti al naso, avvertiti dopo il primo attacco che essa faceva parte dell'alleanza avrebbero battuto in ritirata?
Che poi avvisare che fosse in alleanza mi pare una storpiatura di ciò che accadde, in realtà minacciò che l'alleanza si sarebbe vendicata.

Tonks, scusami,
ma ti prego di togliermi l'accesso qui.
Non voglio più giocare con questi giocatori che mi hai fatto incontrare.
Grazie

ok...
direi che l'incontro non ha più senso a questo punto
anche se vorrei capire cosa è successo

tonks_ ha scritto:

ok...
direi che l'incontro non ha più senso a questo punto
anche se vorrei capire cosa è successo

E' successo che mentre qui avremmo dovuto trovare un accordo o anche un disaccordo, ci sono stati due atti unilaterali: attacco alla nostra flotta che non ha aperto le ostilità, subendole, e un decreto imperiale di Red List.

Questo è un gioco, ma ci sono delle regole elementari: se stiamo trattando, si tratta. Cioè giochiamo alla trattativa.
Se io gioco alla trattativa e gli altri giocano a fregacompagno ci sono due giochi diversi.
Posso capirlo nelle relazioni fra due privati. Ma non posso capirlo quando di dovrebbe tutelare l'onore e la figura dei governi e delle istituzioni che rappresentano.
Ma così i rapporti sono falsati: chi comanda si abbassa al livello di chi non può comandare.

Mi dispiace è come se stessimo giocando a scopone. Io seguo le regole e il mio avversario all'improvviso gioca ad asso pigliatutto.
Non c'è gioco.
C'è solo la malattia di vincere a tutti i costi.
il mio pupazzo l'aveva scritto che finiva così... ponci ponci ponci pò cantando la nota canzoncina pubblicitaria del vuoi vincere facile con il potere nelle mani che limita l'IG e tradisce pure questo gdr.
Ma non me l'aspettavo da chi gioca a rappresentare un regno che agisce con la stessa logica del privato.
Anche in questo gioco c'è differenza fra pubblico e privato. Il privato può essere un delinquente. Ma poi deve essere processato e condannato. Il pubblico non può comportarsi alla stregua del privato. Il suo potere è bilanciato dalle regole, cioè dalle leggi. Diversamente è solo un privato che ha in mano il potere e lo usa privatamente.
E' come se nella vita reale la polizia avesse la licenza di uccidere gli assassini.
O i birri di don Rodrigo non si limitavano ad intimare al don Abbondio di non fare il matrimonio, ma andavano ad uccidere Renzo.

Azzo che bella giocata.
Io sono semplicemente nauseato.
Questi per me non sono giocatori con cui voglio giocare. Punto e basta.
Ed ho risposto a te, che mi hai fatto la cortesia di fare questo pezzettino di giocata.
Ma non ho nessuna voglia di altro. E ti prego di chiudere qui tutto.
Sono così schifato che ho deciso di lasciare i regni e me ne vado a giocare con gente che sa rispettare le regole del gioco. La nave del mio pupazzo poteva mettersi in salvo. Ha deciso come ultimo gesto di andare incontro agli imperiali e farsi affondare, per loro eterna vergogna.
Ciao, amica mia.
Dopo 5 anni la mia esperienza di gioco finisce qui, in questo posto fuori dal regni.
E questi sarebbero i maestri del gioco di ruolo?
Mah.

Mi dispiace. Mi sento indirettamente responsabile di questo...

Non ho capito Querques:

In quanto marine ufficiali, avremmo dovuto farci cogliere sparpagliati ed impreparati per farci colare da te perchè privato?

Mi sfugge veramente il senso. Se aveste vinto la battaglia, avreste festeggiato.

Io in rp ho cercato di avvisarti, quando ti ho detto: cogli il senso di quello che dico? Volevo dire: stai lontano dalle mie navi, o ti dobbiamo sparare, non faccio morire i miei ragazzi, perchè siamo ad un tavolo da trattative e tu privato puoi far la figura del furbone. Non era una minaccia, era una preghiera: datti il tempo di trattare. Sei sceso sperando di trovarle divise e danneggiate. Non è stato così. Ma comunque è gioco. Sinceramente non capisco la reazione.

Citazione :

E' come se nella vita reale la polizia avesse la licenza di uccidere gli assassini.

Beh... siamo nel rinascimento... gli episodi di giustizia sommaria erano all'ordine del giorno. Comunque sono scelte. Mi spiace che per aver perso una battaglia tu te la sia presa così.