Palazzo Reale di Napoli
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 [GDR] La sala della scrittura

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Evolina

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MessaggioTitolo: [GDR] La sala della scrittura [GDR] La sala della scrittura Empty19/06/14, 10:11 pm

Regina

Il destino ti ha nominato regina.
Ve n'è di più alte di te, di più alte.
Ve n'è di più pure di te, di più pure.
Ve n'è di più belle di te, di più belle.
Ma tu sei la regina.
Quando vai per le strade
nessuno ti riconosce
Nessuno vede la tua corona di cristallo, nessuno guarda
il tappeto d'oro rosso
che calpesti dove passi,
il tappeto che non esiste.
E quando t'affacci
tutti i fiumi risuonano
nel mio corpo, scuotono
il cielo le campane,
e un inno empie il mondo.
Tu sola ed il tuo popolo
tu sola ed il tuo popolo, o mia dolce regina,
lo udiamo.


Poesia realizzata da Messer Gazbar Il Rosso come dono per Sua Maestà Aristotelica Aurora I Brigitte Geneviève d'Arborea.
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MessaggioTitolo: Re: [GDR] La sala della scrittura [GDR] La sala della scrittura Empty19/06/14, 10:12 pm

Il Convivio degli artisti

Dall'Appennino selvaggio abruzzese,
Dalle colline di antica Leboria,
venne chi all'Arte la vita sua rese
per fare Napoli degna di gloria.

Dove Partenope a Ulisse si arrese
e diede inizio alla mitica storia,
di nuova speme quel regno si accese:
che nostra stirpe ne canti memoria.

E nelle sale del nobil Palagio
nacque dimora dell'arti più eccelse
che degli artisti "Convivio" appellaron.

E i dipintor che vi fecero ormeggio,
coi musicanti che Euterpe diresse,
e i letterati, la patria trovaron.




Pane di tutti

Ieri del pane comprai per mia moglie
con buone spezie e d'olive farcito;
buone focacce portai alle mie figlie
per soddisfar tutto il loro appetito.

Panini caldi a placare le voglie
della mia amante, con manzo arrostito;
portarne un cesto all'amico che accoglie,
gustando quello col vin ben servito.

Ma oggi quel pane trovai sovraccosto
ed il padrone mi tolse il lavoro
che fui costretto così a digiunare.

Ma adesso il popol si vuol ribellare,
ora che il pane val già più dell'oro:
orsù! Fornaio, ridaccelo, tosto!




Essere duosiciliano

Nacqui in Abruzzo un dì ormai lontano,
vidi Leboria un giorno recente
che Giovinezza mi prese per mano
per far maturi sia corpo che mente.

Come la spiga che cresce del grano
una passione mi crebbe più ardente,
non far quest'anni passar così invano
senza solcar la mia patria fiorente.

Allor compresi che'l cive del Regno
non si distingue per l'abito esterno,
per il caratter, pe 'l suo portamento;

ma per il marchio d'un unico segno:
in due diviso da terra e governo,
ma alla ricerca del proprio cemento.

6 Novembre 1459




Avezzano

Sorge Avezzano, assisa tra i monti
come vedetta che osservi distante
scrutando attenta ambedue gli orizzonti,
vede la piana stagliarsi a Levante.

Sita al confine d'oppositi fronti,
terra d'asilo per ogni viandante,
erige accorta i più solidi ponti,
due genti unendo col proprio collante.

Niun che vi è giunto, mai niun forastiero
non apprezzò la sua calda allegrezza
la birra e i cibi d'ognuna taverna.

Perciò contemplo con cuore e pensiero
la sua ineffabile, vera bellezza;
o mia Avezzano, o patria mia eterna!

8 dicembre 1459
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MessaggioTitolo: Re: [GDR] La sala della scrittura [GDR] La sala della scrittura Empty19/06/14, 10:13 pm

Da L’Aquila a Capua


Silenzio.
Il bosco d’Avezzano che felice suonava
il rumore delle foglie,
suona adesso i violini del conforto.
E’ la melodia più triste
che da L’Aquila a Capua
ogni viaggiante udirà
lungo sentieri, selve e fiumi,
lungo il dolore d’un cuor
spiazzato e rinchiuso
in un disumano dispiacere.

Io, seduta sulla mia Terra,
l’ascolto suonare
in un sovrumano rituale
di cui siamo adesso
le uniche interpreti.
Lacrime che rigano il mio viso
piovon giù e scompaion poi
tra fiori appena sbocciati.
E’ la Terra che le asciuga,
bagnata d’un inesauribile dolore
che scorre e non cessa
questa sera.

Io, seduta sulla mia Terra,
l’ascolto adesso parlare.
E’ l’emozione d’un Regno,
impregnato di gioie e dolori,
a far fiorir mille e più prati
come arcobaleni di fiori,
nati da confidenze e timori.
E’ la dolcezza d’una Madre
che ci diede alla luce
ad asciugar oggi lacrime
che scendon e non si fermano
questa sera.

Oh Voi che viaggiate,
oh voi che restate,
sedetevi sulla fresca terra
ch’amate,
respiratene gli odori,
percepitene i dolori.

Da L’Aquila a Capua:
è questa la Terra
che da una lacrima oggi
ha fatto rifiorir un fiore.





'Ho fatto un sogno questa notte'


Ho fatto un sogno questa notte:
un sogno d’amore e di pace.
Ho sognato il più bello e forte dei Soli
specchiarsi sulla bianca sabbia stellata,
in un oltremare di luci
della blu volta celeste.
Fiori di terre diverse m’han parlato
l’intraducibile linguaggio dell’amore
e con gioia e devozione
m’han donato quella lacrima
che noi tutti osiam chiamar “rugiada”.

Ho fatto un sogno questa notte:
il più bello degli universi possibili
si rifletteva in campi di lavanda,
lasciando quel profumo e la gioia
d’un fiore che si appresta a sbocciare,
quasi per gioco,
in un’iperbole di stelle.


Componimenti di
Beatrice Windsor
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MessaggioTitolo: Re: [GDR] La sala della scrittura [GDR] La sala della scrittura Empty19/06/14, 10:14 pm

Rime e Sonetti
Raccolta di versi scritti tra Febbraio e Giugno 1459
di Suare Lanfranco Cicala


alla Regina Beatrice Luna De Challant
sovrana sensibile e lungimirante

con stima e a gratitudine a
Dauhao III De Challant
Galab De Challant
Nagid Gianlupo
Amarilli Hannover

Autoritratto

che scrisse per presentarsi al suo pubblico

Suare è il nome mio, musico e poeta
sono, viaggiatore spesso senza meta
Suono in la taverna, piazza o baccanale
con il gentil liuto accanto ad un boccale

Il mio canto in rima, delle umane genti
narra le passioni, svela i sentimenti
Servo di nessuno, specie dell’amore
solitario e fiero schiavo del mio cuore.



Alla Birra

che si dilettò a comporre in onore della prediletta bevanda

Bionda di schiuma, soave compagna
di mille notti passate a pensare
dentro a locali fumosi, si bagna
la gola stanca di troppo parlare

e mentre aspetto la cenere segna
misere ore del tempo che pare
mentre m’immergo in quel mare, menzogna
di quel boccale che sa consolare

Sento apparire la dolce illusione,
ecco che ebbro mi accingo a partire
un altro posto, un'altra stazione

dove fermarsi al più presto e gioire
dove pensare di fronte a un bastione
e barcollando felice fuggire.


Lorenzo e il Becchino
(Gaeta, 23 Maggio 1459)
che narra del duello tra Lorenzo Merisi ed Herminio De Loculis


Stava l’infame di Silvi, il Becchino
curvo con ghigno sprezzante fissando
messer Lorenzo Merisi e un inchino
beffardo fece la lama estraendo

Lo sguardo vigile del Laburino
feroce d’ira si fece e brandendo
l’arma diletta con scatto felino
sferrò fendenti più volte colpendo

Il cupo Herminio d’un tratto sorpreso
provò a reagire d’orgoglio ferito
ma l’avversario lo lasciò disteso

muto sul campo di gente gremito
che acclama l’uomo che fiero ha difeso
il proprio onore e già diventa mito



Dorotea


Gli occhi spietati e la bocca gelosa
di rado mostrano ingenui un sorriso
l’anima fragile eppure orgogliosa
spesso si cela adombrando il tuo viso

Dietro una coltre silente e bramosa
non si rispecchia mai come Narciso
per dirsi bella, non è vanitosa
ma tormentata da un cuore deriso

Quello che cerchi straziata di rabbia
ne in una Chiesa ne in una Moschea
ritroverai, perché è come la sabbia

che si confonde con l’alta marea
quando sui lidi s’adagia la nebbia
solo e soltanto per te, Dorotea
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MessaggioTitolo: Re: [GDR] La sala della scrittura [GDR] La sala della scrittura Empty19/06/14, 10:15 pm

L'Aquila
che volle comporre per celebrare il suo borgo natìo l'artista Suare

Aquila fiera che narri la storia
del regno antico di stirpe virtuosa
nobile e prode, di eterna memoria
mentre il tuo sguardo regale si posa

Sulle tue genti e si fa perentoria
la voce acuta, fatale, imperiosa
quando le gesta, l’onore e la gloria
canta dalle alte montagne orgogliosa

Apri le ali maestosa e affilati
mostri i tuoi artigli, diventi rapace
se da lontano i nemici schierati

Scorgi, il tuo grido s’innalza feroce
poi vittoriosa sui boschi incantati
torni portando ai tuoi figli la pace.



Teramo
di cui gli piacquero i frutti e la gente


Oh Teramo generosa
dai festosi giardini
che ristorano i figli
tuoi cari e i viandanti

con la polpa succosa
dei frutteti abbondanti
Altrettanto le genti
tue graziose e accoglienti

sono un popolo amato
nelle terre d’Abruzzo
perché l’hai generato
dal tuo ventre incantato



Chieti
nella quale ebbe l'opportunità di esibirsi in un teatro

Lieto fu il sole sì a darti la luce
mentre il tuo mare già ti accarezzava
con i profumi e la brezza vivace
le dolci coste ridenti cullava

Fu Poseidone poi a renderti audace
chè dal profondo delle acque in cui stava
venne a mirarti con sguardo sagace
di esserti padre colui si vantava

Guarda i tuoi figli che gettan le reti
son pescatori e nell’arte divini
del navigare, son anche poeti

Delle tempeste e dei canti marini
che spesso inneggiano al nome tuo, Chieti
angeli e diavoli sono i Teatini
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MessaggioTitolo: Re: [GDR] La sala della scrittura [GDR] La sala della scrittura Empty19/06/14, 10:16 pm

Le Muse Aquilane
gruppo di nobildonne che celebrò in questa ode.
di Suare.

Oh Muse Aquilane
cantatemi ancora
che il cor mio si colmi
si faccia dimora
di candide rime
di poesia sublime

Che lasci memoria
e valga da omaggio
alla vostra grazia
che non è miraggio
ma luce abbagliante
per la nostra gente

E L’Aquila tutta
vi acclami, oh regine
perché ispiratrici
dell’arte, oh divine
oh madri gloriose
di versi e di prose



Le Due Sicilie
Sonetto di apertura del primo Certamen Coronario Regio conclusosi l'8 Giugno 1459
di Suare.


Come due amanti dal cuore che arde
siete oh Sicilie ma un’anima sola
che fa vibrare del liuto le corde
quando armonioso egli brama o consola

E giammai la melodia si disperde
ma da quel suono si muta in parola
che sussurrando anche alle orecchie sorde
come un soldato talvolta s’immola

Muore e rinasce da nobili gesta
di Cavalieri e di Navigatori
dalle virtù di una Regina onesta

che di sublimi poesie s’innamori
e da poeti che riuniti in festa
cantino di questo Regno i tesori
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