Il palazzo l'aveva riconosciuto già da lontano. Gli era talmente familiare che quasi gli parve burlesco quel che doveva fare in quel luogo che, di lì a pochi minuti, avrebbe raggiunto.
Di certo le strade erano state migliorate, e notevolmente pure. Il polverone che era abituato ad alzare quando lo raggiungeva a cavallo prima e in carrozza poi, non si sollevava più: il nudo terriccio battuto non si vedeva e dietro le ruote veloci della sua carrozza si alzava, tutt'al più, qualche sassolino scaraventato chissà dove.
I giardini erano rigogliosi: lo si capiva dalla moltitudine di colori che da lontano ricordavano una tavolozza da pittore. Era primavera inoltrata e la natura generosa di Napoli inebriava tutti con le sue delizie ed i suoi profumi.
Una garritta e poi una seconda prima di arrivare all'ingresso dei visitatori. Rimmster si stiracchiò, cercando di ridare a se stesso ed ai suoi vestiti una forma consona al luogo dove si trovava. Un paggio di Palazzo si fece avanti ed aprì la portiera della carozza dell'ospite, pronto a barcamenarsi in chissà quale lingua per fargli capire che lui apriva solo portiere e che per concludere qualcosa avrebbe dovuto recarsi nella Sala dell'Accoglienza. Quella volta invece non parlò proprio: guardò il biondo ambasciatore due o tre volte, quasi incredulo, poi, non sapendo proprio cosa dire, lo salutò solo con un: Eccellenza ...
Seeligford gli sorrise e gli battè il palmo della mano sulla spalla in segno di saluto e di ringraziamento, poi si sporse per prendere un fascio di documenti dal ripostigio interno dell'elegante carrozza ambasciatoriale d'ordinanza e quindi si avviò verso quegli scalini che, come tutti gli altri che c'erano là dentro, aveva cavalcato milioni di volte, su e giù per quel palazzo, in tutte le vesti possibili, dalla più umile alla più alta, fatta salva quella di regnante.
Raggiunse il salone e, conoscendone gli antichi usi, puntò sul fatto che, per fortuna, la Diplomazia ed il suo Cerimoniale sono duri a cambiare e che quasi certamente l'Etichetta era rimasta quella dei suoi tempi. Si avvicinò ad un lacchè al quale si rivolse senza ulteriori indugi:
Buon pomeriggio messere ... Vi chiedo la cortesia di voler annunciare al Cancelliere, o a chi per lui, l'arrivo della mia persona.
Mi chiamo Seeligford Dieter della casata dei Monforte des Friederichs, detto Rimmster. Sono a Napoli in veste di Ambasciatore del Principato di Catalunya.
Tirò un sospiro di sollievo nel non riconoscere quel lacchè, ma presto si accorse che un gruppuscolo di altri inservienti lo stavano osservando da lontano: evidentemente qualcuno di loro lo aveva già riconosciuto, il ché valeva anche per il fu biondo siciliano, ormai da molto tempo tortosino e Catalano per scelta. Ricambiò un sorriso in lontananza, poi si girò verso le vetrate ammirando il magnifico, familiarissimo paesaggio....